Nicola Silenti
Il viceministro del MIT, Edoardo Rixi, ha annunciato a Palermo l’intenzione di avviare nei prossimi mesi una riforma strutturale del sistema portuale italiano. L’obiettivo principale è creare un’entità di coordinamento a livello nazionale in grado di presentare un’offerta unitaria e competitiva sui mercati internazionali.
Attualmente, ha sottolineato Rixi, il solo porto di Rotterdam supera in capacità l’intero sistema delle 16 Autorità portuali italiane messe insieme. Questa frammentazione ha spesso portato a una competizione interna tra gli scali nazionali, limitando la capacità di attrarre traffico globale. La riforma mira a invertire questa tendenza, orientando il sistema portuale verso una concorrenza su scala mondiale.
Un’attenzione particolare sarà rivolta ai porti del Sud Italia, che potranno trarre vantaggio dall’espansione verso mercati emergenti, contribuendo alla crescita economica dei territori circostanti. Grazie alla loro posizione geografica strategica, i porti meridionali possono fungere da snodo cruciale per i traffici marittimi tra il Mediterraneo e l’Africa. Il Nord Africa rappresenta un’area in forte espansione economica, con una domanda crescente di materie prime, beni di consumo e infrastrutture. Stabilire legami più solidi con questi Paesi potrebbe consentire all’Italia di rafforzare il proprio ruolo nel commercio internazionale, attirando investimenti e incrementando l’occupazione nelle regioni meridionali.
Per questo motivo, si stanno intensificando i rapporti con i Paesi del Mediterraneo: Rixi ha annunciato una prossima visita in Tunisia e la pianificazione di accordi con altre nazioni del Nord Africa. Il rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali con queste aree è ritenuto fondamentale per la crescita strategica del settore. Inoltre, il miglioramento delle infrastrutture portuali del Sud potrebbe agevolare non solo l’import-export, ma anche lo sviluppo delle attività di logistica e trasformazione delle merci, creando nuove opportunità per le imprese locali.. Tuttavia, l’attenzione principale rimane sull’efficienza e sulla capacità delle Autorità portuali di sviluppare progetti, generare reddito e promuovere lo sviluppo del territorio.
Uno degli elementi chiave della riforma sarà la creazione di un modello gestionale in grado di adattarsi alle esigenze del mercato, senza sottrarre autonomia alle singole Autorità portuali, ma garantendo un coordinamento nazionale. A tal fine, verrà istituita una società per azioni a partecipazione pubblica che avrà il compito di progettare e realizzare nuove opere, oltre a coordinare le attività portuali in ambito internazionale. L’obiettivo è definire un piano nazionale di investimenti che renda omogenei i servizi portuali su tutto il territorio italiano.
Infine, il viceministro ha affrontato il tema della successione alla guida delle Autorità di Sistema Portuale del paese, sottolineando l’importanza di garantire continuità nella gestione di un sistema in forte sviluppo. La scelta del successore verrà condivisa con i presidenti delle varie Regioni e sarà definita nelle prossime settimane, dopo un confronto con le diverse Autorità portuali. L’iniziativa del governo punta a rilanciare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, riaffermando la sua capacità di essere protagonista nei traffici marittimi globali e nello sviluppo economico delle varie regioni.

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