Teodoro Chiarelli
Assarmatori denuncia una fuga non verso le bandiere di comodo, ma verso Paesi europei (Malta, Cipro, Finlandia e Portogallo) che garantiscono alle compagnie una burocrazia semplice, moderna e digitalizzata. “Non è questione di agevolazioni fiscali, intervengano governo e Parlamento. L’impegno del ministro Salvini: “Stiamo lavorando. Anche io voglio sempre più navi con bandiera italiana”
Roma – “Un numero crescente di navi armate da armatori italiani ha cambiato bandiera. Lo dicono i dati dell’Unctad riferiti a unità con stazza lorda superiore alle 1.000 tonnellate. La parte della flotta che fa capo ad armatori italiani – ma che batte bandiere estere – è cresciuta al 40,83% del totale, contro una quota che nel 2021 era ancora del 36,43%. E la scelta di registrare all’estero la propria nave non predilige le bandiere di comodo, ma bandiere europee, come Malta, Cipro, Finlandia e Portogallo che garantiscono alle compagnie di navigazione una burocrazia semplice, moderna e digitalizzata che, nell’integrale rispetto delle innumerevoli regole internazionali che governano il nostro settore, è sintonizzata alla soluzione dei problemi che la navigazione ci mette davanti ogni giorno. Quindi non è solo questione di costi o di tassazione”……clicca qui


