Sentenza shock per i marittimi imbarcati su yacht: in primo grado si impone l’Agenzia delle Entrate

DI NICOLA CAPUZZO 

La vicenda trae origine dalla notifica a un comandante di un avviso di accertamento per omessa dichiarazione dei redditi perché (secondo la tesi accusatoria) non aveva prestato attività a bordo della nave per un periodo di almeno 183 giorni. Nonostante un contratto a tempo indeterminato da 11 anni

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal capt. Andrea Segato (comandante del super yacht Miamaa) un commento a una sentenza di primo grado pronunciata dalla giustizia tributaria a seguito di un accertamento dell’Agenzia delle Entrate di Lucca che gli ha contestato l’omessa dichiarazione dei redditi perché secondo la tesi non avrebbe prestato attività, a bordo della nave, per un periodo di almeno 183 giorni come prevede la legge n.88/2001. Nonostante il diretto interessato sia riuscito a produrre prove a suo favore ciò che emerge da questa vicenda è che, secondo l’Agenzia delle Entrate, il conteggio dei 183 giorni minimi da considerare per il computo dell’imbarco sarebbero solo quelli spesi effettivamente in mare. Dunque, ad esempio, non durante il rimessaggio a secco del super yacht o negli altri momenti per cui attività previste o comunque comprese durante il periodo di imbarco vedono il marittimo impegnato a terra. Un orientamento che il diretto interessato intende ovviamente contestare in secondo grado avendo intendendo presentare appello contro questa sentenza.…..clicca qui

  

  
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