USB. Le crociere ripartono, ma senza investimenti. Moby (Onorato) fa cassa su Livorno senza investire un centesimo e con personale all’osso

Abbiamo letto pagine su pagine di annunci in merito ripartenza delle navi da crociera nel nostro scalo. Finalmente dopo mesi di “crisi” si inizia a vedere uno spiraglio. Ma è davvero così? Ma soprattutto qual è la situazione dal punto di vista dei lavoratori?

Prima di tutto cerchiamo di essere chiari, il fatto che in questi ultimi giorni sino attraccate tre navi da crociera contemporaneamente è sicuramente un dato positivo. La questione centrale resta, però, la possibilità (o meno) di consolidare e rilanciare il nostro scalo nel medio e lungo periodo ma soprattutto garantire che questo “rilancio” abbia dei risvolti positivi per i lavoratori e non solo per i privati, le grandi società e i tour operator. Tutto ciò al di là degli annunci, spesso contraddittori, che periodicamente siamo costretti a leggere sui quotidiani locali.

Bisogna partire intanto da un dato. La Società Porto 2000, che era in mano pubblica fino a pochi anni fa, è stata ceduta ai privati attraverso una gara. Un bando che imponeva una serie di investimenti infrastrutturali che non sono mai stati eseguiti. La società che ha acquisito la Porto 2000 è capitanata proprio dal quel Vincenzo Onorato, presidente della Moby, che già in quegli anni iniziava a palesare problemi economici.

Notizia recente la possibilità di posticipare di altri 5 anni gli investimenti previsti dal bando. Stiamo parlando di milioni di euro di risparmio netto. L’ennesimo salvagente lanciato dallo Stato nei confronti di un imprenditore privato.

Evidentemente non abbastanza soddisfatti di questo aiuto gli storici lavoratori stagionali della Porto 2000, negli ultimi anni hanno lavorato pochissimo rispetto agli anni passati. Dai circa 8/9 mesi di lavoro per anno ai 4 mesi di quest’anno. La crisi del settore esiste certamente ma il prezzo più alto va a finire che viene pagato dall’annello più debole della catena. Addirittura c’è stata una recente richiesta di cassa integrazione per il personale fisso.

Contemporaneaamente a questa questa ripartenza annunciata, il personale impiegato è ancora una volta ridotto all’osso. Troppo pochi i lavoratori richiamati in servizio e soltanto per il tempo giudicato, strettamente necessario, in un ottica di sfruttamento massivo della manodopera. Addirittura ci segnalano l’avviamento di 7/8 operatori esterni soltanto per un giorno di contratto. Lavorare sotto organico vuol dire anche tralasciare tutta una serie di protocolli legati alla sicurezza.

Ma anche gli altri operatori dei settori legati al turismo crocieristico denunciano una situazione tutt’altro che rosea. Guide e accompagnatori, a fronte di tariffe rimaste invariate se non diminuite, si trovano ad affrontare carichi di lavoro di gran lunga superiori al passato. I turisti, costretti dagli assurdi e anche contraddittori protocolli Covid ancora in vigore, a non poter scendere autonomamente dalle navi o scegliere altri soluzioni, sono di fatto vincolati ad acquistare pacchetti offerti dai tour operator direttamente legati agli armatori, che in questa fase stanno facendo cassa senza però impiegare un numero maggiore di operatori e operatrici e creando di fatto un vero e propri monopolio.NCC, Taxi ecc restano ancora tagliati fuori da qualsiasi ripresa.

Non è quindi il momento di abbassare la guardia fermandosi alle apparenze ma è necessario, ancora una volta, un intervento unitario e determinato di tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore.

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