“Uno sperpero di denaro pubblico che richiede con urgenza l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per individuare eventuali responsabilità”, dichiara
“Non c’è bisogno di una calcolatrice per capire che la privatizzazione della Tirrenia è stata un’operazione vergognosamente svantaggiosa per lo Stato. Uno sperpero di denaro pubblico che richiede con urgenza l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per individuare eventuali responsabilità e verificare se la CIN abbia usufruito di condizioni di favore in un procedimento che sta assumendo sempre più i connotati di un mega regalo di Stato”.
È quanto afferma il deputato Andrea Vallascas de L’Alternativa c’è che nelle scorse settimane ha presentato una proposta di legge per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla privatizzazione della Tirrenia e sulla gestione della continuità territoriale marittima. In particolare, la commissione dovrà verificare la correttezza delle procedure seguite, la congruità del prezzo di vendita con il valore effettivo dei beni ceduti e se vi siano stati comportamenti che possano aver alterato il corretto svolgimento della procedura.
“Alla luce di quanto sta emergendo – spiega Vallascas – è doveroso verificare eventuali responsabilità e omissioni da parte pubblica. Siamo di fronte a una procedura controversa nella quale, per una cifra irrisoria, in buona parte non pagata, è stata ceduta la flotta ex Tirrenia a cui sono state aggiunte le sovvenzioni per garantire la continuità territoriale”.
“La CIN – prosegue – ha pagato allo Stato in tutto 200 milioni, a cui avrebbero dovuto fare seguito tre rate da 60 milioni, mai pagate. In cambio ha acquisito 25 traghetti assieme a un finanziamento per la continuità territoriale di 72,7 milioni all’anno per gli otto anni successivi, per una cifra complessiva di 580 milioni. Mentre i debiti pregressi della Tirrenia sono rimasti in capo allo Stato. Allo sperpero di denaro pubblico si è aggiunta anche la beffa dell’ammissione al concordato preventivo che riduce il debito residuo nei confronti della Tirrenia di Navigazione A.S. da 180 a 36 milioni di euro”.
“Insomma – aggiunge – non è stato esattamente un affarone per le casse dello Stato. Ma lo è stato sicuramente per il privato. Tra l’altro, la privatizzazione ha contribuito a rafforzare un gruppo nella gestione dei trasporti marittimi in Italia, facendogli acquisire una posizione dominante a danno proprio di quella libera concorrenza che, secondo la Commissione europea, ne sarebbe dovuta uscire rafforzata dalla privatizzazione: una previsione che si è rivelata del tutto priva di fondamento”.
“Oggi – conclude Vallascas – è giunto il momento di ricostruire la verità e di individuare le responsabilità. In questi anni, a pagare maggiormente per l’indifferenza di chi avrebbe dovuto vigilare, e non l’ha fatto, sono stati soprattutto i cittadini e le imprese della Sardegna che hanno subito una molteplicità di disagi a causa di un servizio di trasporto pubblico sempre più inefficiente”.