Respinto il ricorso contro il diniego dell’autorizzazione a sostituire nelle navi dello Stretto il radiotelefono di bordo coi cellulari
Lo ha sentenziato il Tar di Roma respingendo un ricorso della compagnia armatoriale siciliana contro alcuni atti emanati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy quando ancora era Ministero dello Sviluppo Economico. Risale infatti al 2017, spiega la sentenza, il diniego ministeriale “dell’autorizzazione a svolgere a bordo delle proprie navi il servizio di corrispondenza pubblica (di cui al Decreto Legislativo 1.8.2003 n. 259) a mezzo di ‘altre tipologie di servizi’, e precisamente a mezzo di telefono cellulare in dotazione alle navi di Caronte”.
La legge citata prevede che “a bordo delle navi, destinate o non al trasporto passeggeri, deve essere previsto un servizio di corrispondenza pubblica idoneo per l’area di navigazione ed esercito nel rispetto delle normative internazionali e nazionali per la salvaguardia della vita umana in mare”. Secondo Caronte il Decreto del Ministero delle Comunicazioni n. 130 del 15.4.2003, in base al quale “nelle navi destinate al trasporto dei passeggeri, oltre al servizio radiotelefonico di corrispondenza pubblica, possono essere espletate altre tipologie di servizi di corrispondenza pubblica a condizione che venga rispettato quanto previsto dalla normativa vigente” le consentirebbe, anche in ragione della breve tratta in questione, di utilizzare per il servizio pubblico di corrispondenza telefonica dei telefoni cellulari in luogo della cabina radiotelefonica…..clicca qui