Si delineano i contorni del teorema accusatorio legato al terremoto giudiziario che ha scosso sanità marittima e capitaneria di porto di Napoli. Lubrano Lavadera avrebbe di fatto svolto la funzione di “mediatore”
Da giorni il terremoto giudiziario che ha coinvolto la Sanità Marittima e la Capitaneria di Porto di Napoli scuote anche le isole. Corruzione e falso in atti pubblici in cambio di attestati, timbri, certificazioni sanitarie e professionali necessarie per le attività professionali nel settore marittimo, sono l’assunto di un teorema accusatorio che ha messo in subbuglio il porto di Napoli giungendo con i suoi intermediari e gli effetti anche le isole del Golfo di Napoli. Tra i soggetti coinvolti anche intermediari e facilitatori di pratiche di Procida. Un terremoto giudiziario che per gli ambiti, i ruoli ed i personaggi coinvolti ha visto il Lubrano rivestire un ruolo chiave. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari. I destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva. Eppure, le indagini hanno chiarito il ruolo chiave della intermediazione condotta dal Procidano Lubrano Lavadera. L’indagine coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dalla capitaneria di porto agli ordini dell’Ammiraglio Giuseppe Pietro Vella, ipotizza episodi “seriali di corruzione” per agevolare procedure finalizzate ad attività e lavori in ambito marittimo, senza le quali, sarebbe stato precluso ogni accesso alle professioni del mare……clicca qui



