L’industria marittima danese, sede di alcune delle più grandi aziende del mondo, ha accettato di raddoppiare i salari degli equipaggi che navigano attraverso il Mar Rosso per compensare il pericolo rappresentato dai recenti attacchi.
L’indennità di rischio entra in vigore per il tempo trascorso in due aree definite ad alto rischio nella regione, secondo un accordo presentato venerdì dal gruppo di datori di lavoro Denmark Shipping e dai tre maggiori sindacati della gente di mare della nazione.
Molte compagnie di trasporto stanno evitando il Mar Rosso, dove gli Houthi con sede nello Yemen hanno attaccato navi a sostegno di Hamas nel conflitto con Israele. Ma anche le navi senza collegamenti diretti con Israele sono state prese di mira e, mentre l’escalation della guerra minaccia il commercio globale, una task force guidata dagli Stati Uniti sta cercando di rafforzare la sicurezza lungo la principale via d’acqua.
La danese AP Moller-Maersk A/S, la seconda linea di container più grande al mondo, è una delle compagnie che si preparano a riprendere la navigazione attraverso il Mar Rosso dopo aver inizialmente navigato lungo il percorso a sud dell’Africa. Altri stanno adottando un approccio più cauto: il gigante marittimo Hapag-Lloyd AG ha confermato venerdì che continuerà ad evitare il Mar Rosso e rivedrà la decisione il 2 gennaio.
I dati di questa settimana hanno mostrato che metà della flotta di navi portacontainer che transita regolarmente nel Mar Rosso e nel Canale di Suez sta evitando la rotta. Deviare intorno all’Africa può richiedere fino al 25% in più rispetto all’utilizzo della scorciatoia del Canale di Suez tra Asia ed Europa, aumentando i costi che alla fine potrebbero essere trasferiti ai consumatori. E arriva proprio mentre l’altra grande scorciatoia commerciale, il Canale di Panama, soffre di siccità, che si aggiunge ai potenziali rischi economici.
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