Mare & lavoro/ La pesca italiana, un comparto importante quanto dimenticato

Nicola Silenti

«Gettate la rete.Il lavoro umano è un segno dell’immensa fiducia con cui Dio ci avvolge di dignità». Con questo incipit il cardinale canadese e prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale Michele Czerny ha aperto il suo intervento in occasione del 21 novembre, giornata mondiale della pesca, richiamando l’attenzione del mondo sui pescatori, uomini la cui fede è «una ricchezza per la Chiesa che non si stanca di gettare le reti». E la pesca una ricchezza lo è davvero, e non soltanto per le sue infinite implicazioni spirituali.

In Italia soprattutto la pesca è un’attività tradizionale diffusa con solidissime basi storiche e culturali e nessuna analisi o indagine sulla blue economy e i suoi risvolti occupazionali può prescindere dallo studio accurato di questo ampio e variegato comparto del lavoro marittimo. Un settore tanto cruciale per l’universo marittimo da costituirne nei fatti la spina dorsale, e che indagato insieme alle risultanze strategiche industriali di tutta la filiera ittica si rivela a tutt’oggi una voce determinante dell’economia marittima e uno dei pilastri occupazionali del Paese………clicca qui

  

  
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