Lettera alla Redazione “Amianto ingiustizia sociale”

Diversi marittimi, tra cui il sottoscritto adesso in pensione, visto il totale disinteresse mostrato dai sindacati sull’argomento, hanno intrapreso le vie legali, supportando spese non indifferenti nella speranza che si poteva aver riconosciuto i danni causati dal convivere per una lunga carriera circondati da questa brutta bestia, di cui inizialmente si disconoscevano assolutamente gli effetti provocati.

Purtroppo per esperienza personale, dopo aver seguito l’iter legale alla ricerca di riconoscimenti vari contro le istituzioni, ci siamo sconfortati nel notare che i giudici pendono nei giudizi quasi sempre verso i più potenti, ed infatti nel caso in oggetto, solo pochi hanno ottenuto il riconoscimento dei benefici dell’amianto, nonostante si trattasse di stesse navi e magari anche stessi periodi, ma diversi giudici e tribunali.

E’ da sempre risaputo che la categoria dei marittimi, non ha mai avuto un peso sociale, altra ironia della sorte è che hanno ottenuto pure il riconoscimento persone che nulla avevano a che fare con gli equipaggi ma avevano frequentato per pochissimo tempo le navi dove noi abbiamo trascorso sulle stesse tantissimo tempo della nostra vita, ad esempio lavoratori portuali o dipendenti Rina ecc….

Ma la cosa che ci fa più rabbia sono le deduzioni di un giudice, che ha sentenziato:” Essendo una nave da passeggeri, non può esserci amianto”, quando ancora ad oggi sulle citate navi sono disponibili i piani dell’amianto che dimostrano l’esatto contrario, oppure andando a bordo si può ammirare la targhettatura  adesiva  con lettera “A” (Amianto), pretesa dalle autorità marittime, per segnalarne il pericolo.

Noi siamo stati a bordo anche quando sono state realizzate le modifiche previste di sicurezza e strutturali, tipo impianti Sprinkler, impianti Incendio, controcarene ecc, giorni e notti con le navi spannellate, a respirare sempre in prossimità di amianto, manifestando bruciori agli occhi e al naso, e difficoltà respiratorie.

Purtroppo qualche collega ci ha lasciati nel frattempo colpito da brutto male, e non ci resta che una sentenza ridicola di non riconoscimento.

Da cittadino Italiano chiedo come possa avere mai fiducia nei giudici, che non si sono nemmeno adoperati quantomeno ad informarsi sulle condizioni cui versano effettivamente le navi che ad oggi continuano a solcare i mari; oramai datate pertanto costruite ai tempi in cui si faceva uso di amianto; nessuno si è mai chiesto se mai bonificate e come hanno apportato le modifiche strutturali e di sicurezza?

Per concludere volevo aggiungere un mio pensiero personale, secondo Voi è regolare che i controlli tipo mappature amianto, rilievi audiometrici ecc. vengano effettuati a cura degli armatori che si avvalgono di ditte private da loro retribuite?

Cordiali saluti

Cap. Antonino Galuppo

  

  
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