Presentato l’XI rapporto nazionale sull’economia del Mare

Nicola Silenti

Il 27 maggio al termine di tre intensi giorni di lavoro durante i quali si sono confrontate istituzioni, imprese e stakeholder privati e pubblici di tutti i settori che operano per e nella Economia del Mare, è stato presentato l’XI Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare realizzato da Camera di Commercio Frosinone Latina, Informare ed Ossermare con Unioncamere, Centro Studi Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e la Rete dell’Economia del Mare Italiana. Lo studio parte dall’obiettivo di “contribuire alla costruzione di una nuova strategia marittima dell’Italia imponendo la leadership del nostro Paese nel contesto europeo e mediterraneo”come dichiarato dal Presidente di Assonautica italiana Giovanni Acampora.  

Il Rapporto costituisce uno fra i più preziosi strumenti di analisi e di programmazione delle attività legate alla risorsa mare con un lavoro di sintesi a disposizione di tutti i soggetti pubblici e privati interessati alle tante filiere del mare —shipping, logistica, nautica, portualità turistica e commerciale, pesca, ambiente ed altro — tutti uniti per creare una economia blu sostenibile.

I lavori della ultima giornata  sono stati aperti con la lettura del messaggio inviato dal  Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, dopo aver ringraziato tutti per il lavoro svolto, ha ritenuto di rimarcare l’importanza della istituzione del Ministero del Mare come una “precisa volontà politica che riconosce nella economia del mare un prezioso volano per l’intera nazione ed una importante opportunità di crescita, in particolare per il Mezzogiorno” aggiungendo che” per lungo tempo non siamo stati abbastanza consapevoli della importanza del lavoro che si sviluppa intorno al mare”.

Il Rapporto registra dati confortanti che confermano un trend positivo con una  crescita del tessuto imprenditoriale legato al mare e delinea sfide impegnative da affrontare e vincere, in una competizione internazionale che non concede tregua.

L’Economia del Mare, come confermato  da Giovanni Acampora,  ha “finalmente trovato un panorama istituzionale favorevole, grazie all’istituzione del Ministero per le politiche del Mare e del Comitato Interministeriale, che confermano la scelta di percorrere la strada del riconoscimento della identità marittima dell’Italia che trova riscontro nella nostra lunga storia di relazioni commerciali, di tradizioni e di mestieri fortemente legate al Mare Nostrum, e che merita di avere una sintesi istituzionale univoca, dove si definisca la visione strategica unitaria di sviluppo, che risponda ad un’agenda chiara e percorribile.”

Da notare che il governo è pronto a fare la sua parte per il raggiungimento di questi obiettivi con il contributo alla realizzazione del piano del mare ed  evidenziare quanto sia importante conoscere i valori economici dell’Economia del Mare, al fine di definire lo scenario e la strategia marittima della nostra nazione.

In sintesi il  Rapporto ci racconta del superamento della grave crisi pandemica che aveva colpito la filiera, in particolare nella componente più direttamente legata allo spostamento di persone e agli aspetti di ordine turistico precisando che il sistema mare ha segnato una crescita del prodotto diretto del 9,2% e quindi una crescita più ampia rispetto al dato medio nazionale e, considerando anche la componente indiretta, si  arriva a circa 147 miliardi di euro, con una occupazione di circa 915 mila persone direttamente coinvolte. Nel 2022  il tessuto imprenditoriale  si è incrementato del 4,4% contro una contrazione nello stesso periodo dell’1,2% del totale delle imprese. E nel Mezzogiorno, si precisa sempre del Rapporto, questa crescita è stata più che doppia rispetto al dato medio nazionale, sfiorando il 10%. In sintesi, da questa edizione del Rapporto emerge, quindi, una filiera in salute e in crescita, capace di dare un contributo molto importante ai processi di sviluppo. Il quadro che emerge in sintesi è quello di una economia blu in espansione specie nei settori del turismo costiero, il trasporto marittimo e le attività portuali. L’utile lordo prodotto raggiunge i 73 miliardi di euro, anche in questo caso in aumento rispetto al 2009.

Sempre secondo il Rapporto guardando al mercato del lavoro, l’Italia occupa una buona posizione nei cosiddetti “Blue jobs”, posizionandosi al terzo posto a livello europeo, preceduta da Spagna e Grecia.

Vari sono i servizi che trainano l’incremento del sistema mare ,tutti ben delineati ed esposti nel Rapporto con un esame dettagliato, anche statisticamente, di tutti i dati che definiscono il quadro definitorio delle filiere della economia del mare nella dimensione non solo  nazionale ma anche territoriale  che riguardano, ci sembra opportuno richiamarle, le attività sportive e ricreative, le attività di movimentazione di merci e passeggeri via mare ,le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale, l’industria delle estrazioni marine, la pesca, la cantieristica e i servizi di alloggio e ristorazione. Per concludere si ritiene opportuno segnalare il diverso posizionamento geografico delle aree territoriali che, con il Centro e il Mezzogiorno, sviluppano la maggiore ricchezza del settore.

  

  
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