Sono rimasti in 76 e negli ultimi tempi hanno portato a casa “150 euro al mese”, denunciano i sindacati. Sono i lavoratori portuali somministrati, categoria fragile di un settore robusto: lavorano a chiamata, per il porto di Genova, in rinforzo dei portuali della Culmv
La maggior parte di loro ha un’età intorno 45-50 anni, con figli: “Prima di iniziare questo mestiere gestivo una pescheria. Poi, avendo la patente C, ho risposto all’annuncio dell’agenzia e per i primi anni ho lavorato bene – racconta un lavoratore, chiedendo riservatezza sul nome -. Con la disgrazia del ponte Morandi il lavoro è calato, ma ad azzerarlo quasi del tutto è stato il Covid. Un tempo i somministrati entravano nella Culmv, dopo qualche anno di gavetta, ma noi non abbiamo possibilità, sappiamo che i conti della Compagnia non lo permettono più”. “Lavorare a chiamata non sarebbe un problema, se però ti chiamassero – interviene un collega -. In questo periodo facciamo uno o due turni al mese, è impossibile vivere così”……clicca qui



