Francesco Schettino è diventato il simbolo di un paese di incompetenti al comando. Il 13 gennaio 2012 il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio, dopo lo scontro con gli scogli delle Scole, ha rappresentato un evento tragico che ha fatto il giro del mondo. A 10 anni di distanza si susseguono le commemorazioni, le interviste, i libri, i podcast e i programmi televisivi che parlano della Costa Concordia e del ruolo del Comandante Francesco Schettino, colpevole di aver prima fatto naufragare la nave e poi di averla abbandonata. Il Comandante De Falco è stato assunto a simbolo nazionale di fermezza, competenza e capacità di gestione dell’emergenza. L’eroe De Falco e l’antieroe Schettino. Ma è davvero andata così? O c’è un’altra faccia della verità? C’è eccome. Quella notte sulla Costa Concordia il Comandante Francesco Schettino ha pronunciato una frase emblematica della situazione: «su questa nave sono da solo». Da solo, nel cercare di gestire l’emergenza senza il supporto degli altri ufficiali presenti. Da solo, nell’impartire ordini che il timoniere Rusli Bin non esegue o esegue al contrario, sotto il mancato controllo degli ufficiali presenti in quel momento. E chi altri è responsabile della tragedia, delle 32 vittime? Chi è responsabile del generatore di emergenza che non è mai entrato in funzione? Chi è responsabile delle porte stagne che non hanno tenuto? Chi è responsabile delle scialuppe che non si sono ammainate? Chi è responsabile delle porte degli ascensori che non si sono chiuse? Nessuno ha pagato, tranne Schettino, che sta scontando i 16 anni di carcere che gli sono stati inflitti.

