Morto a bordo della portacontainer che comandava 15 giorni dopo esservi salito, la sua salma ha vagato nei mari del mondo per due mesi. Ora la famiglia chiede alla magistratura di chiarire i fatti.Angelo Capurro è tornato in Italia, seppur rinchiuso in una bara sigillata. Ieri la salma è sbarcata sulla banchina del molo polisettoriale di Taranto per essere restituita alla famiglia dopo due mesi di navigazione.Capurro si imbarcò a bordo della portacontainer Ital Libera il 28 marzo scorso a Durban, in Sudafrica, per assumerne il comando. Il 13 aprile morì probabilmente per Covid, ma non è ancora certo.Da allora è iniziato lo strazio per la famiglia. Nessun porto, lungo le rotte dei mari attraversati, ha voluto mai autorizzare l’attracco della nave mercantile per far sbarcare la salma e riportarla in Italia.Capurro era originario di La Spezia, e da lì la famiglia è scesa a Taranto per accoglierlo tra le lacrime.