Unione Sindacale di Base mare e porti è a fianco dei lavoratori della compagnia portuale di Salerno dopo l’annuncio dello stato di crisi da parte della dirigenza e il rischio licenziamenti.
Quello che sta succedendo nel porto di Salerno è l’esempio lampante di come, negli ultimi anni, assecondando le pressioni degli armatori diventati terminalisti, non rispettando la Legge 84/94 nel silenzio o addirittura con l’assenso di alcune Autorità di Sistema si sia “scientificamente” deciso di sacrificare le compagnie portuali italiane e in generale la natura e il ruolo centrale degli artt 17 in ambito portuale. Anche la mancanza di lungimiranza e preparazione di alcune dirigenze ha fatto la sua parte e oggi ne paghiamo le conseguenze. Non si spiega sennò come mai la Flavio Goia oggi è in crisi mentre in un terminal a poche centinaia di metri si assume da anni. Come è organizzato il lavoro e come sopperisce all’esigenza di flessibilità quel terminal? tanto più in una fase delicata per i traffici come quella attuale? Non si spiega come mai ai lavoratori della Compagnia (e ad Intempo) si riducono le chiamate mentre il rizzaggio e il derizzaggio sulle navi Grimaldi viene svolto dal personale Marittimo.
Se non si capisce che non è più tempo (solo) di assecondare il volere dei vari armatori che “portano lavoro” senza rimettere al centro il ruolo degli art 17 e la necessità di ricostruire dei pool unici di manodopera, le compagnie portuali sono destinate a sparire. L’eventuale riforma dei porti sarà solo la formalizzazione di questo processo già in atto.
Il proliferare del lavoro in appalto con società art 16 caratterizzate da tariffe a ribasso e flessibilità estrema è un’altra delle cause principali di questo processo. Basterebbe applicare alla lettera la L 86/94 per eliminate o quantomeno limitare questo sistema. Un sistema che viene subito principalmente dai lavoratori portuali con condizioni e carichi di lavoro sempre più pesanti, senza investimenti in professionalità e sicurezza, con l’assenza di contrattazione integrativa o quando si è fortunati con parametri basati solo sulla produttività. Non è questo che vogliamo.
In questo senso anche il contratto nazionale è importante. Inserire nuovi elementi di flessibilità all’interno del CCNL, così come vorrebbero alcuni armatori sull’esempio di Gioia Tauro, va contrastato in tuti i modi. Ed è anche per questo che USB, che ormai ha raggiunto e superato, la percentuale della rappresentanza nazionale, pretende di essere a quel tavolo. L’unica organizzazione dei portuali che ha aperto una riflessione seria e strutturata su questi temi. Temi che saranno dibattuti anche al convegno nazionale del 19 aprile a Livorno.
Ai lavoratori della Compagnia Portuale di Salerno e ai portuali di Intempo va tutta la nostra solidarietà e tutto il nostro sostegno.
USB Mare e Porti
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