Man mano che, per l’irrisolto problema degli attacchi Houthi presso il canale di Suez, il transito delle portacontainer dal Far East diventa difficile, se non pericoloso, avvantaggiando gli scali del nord Europa, il porto di Trieste si ri-loca nel Nord Africa, intreccia nuove rotte coi paesi settentrionali del continente. Dalla pandemia Covid, al conflitto Ucraina-Russia, allo scontro tra Israele e il gruppo radicale islamista di Hamas d’altronde l’imperativo è sempre stato di ri allineare i traffici nella prossimità, favorendo le rotte nel Mediterraneo, meno inclini alle incertezze della logistica mondiale. Una globalizzazione; ma più piccola, circoscritta a macro aree. Nel caso in questione si auspica una ri proposizione del grande successo dell’autostrada del mare, del ro-ro con la Turchia.
Specificatamente il porto di Trieste inaugurerà a febbraio una nuova linea ro-ro con il porto di Damietta, in Egitto. Il lancio avverrà in contemporanea con la presenza alla Fruit Logistic di Berlino. Se ne accennava d’altronde da tempo; e Il Piccolo ieri ha reso pubblica la notizia. L’Autorità di sistema portuale del mare adriatico orientale si è impegnata onde consentire anche ai camion con targa egiziana di circolare in Italia senza pagare l’imposta della bolla doganale; una clausola che aveva, decenni fa, permesso l’ascesa e il successo della linea di traghetti con la Turchia. Gli attori privati sono rispettivamente il colosso armatoriale e logistico danese DFDS, Samer quale agente marittimo e terminalista, la Med Roll e Alpe Adria per i collegamenti ferroviari dallo scalo nel centro Europa……clicca qui