PALERMO – Dovrà essere la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a decidere sulla legittimità dei tempi dell’istruttoria avviata dall’Antitrust nei confronti della società Caronte & Tourist per abuso di posizione dominante commesso mediante l’imposizione di prezzi eccessivi per il servizio di traghettamento di veicoli nello stretto di Messina, e conclusa nell’aprile dello scorso anno con una sanzione di oltre 3,7 milioni di euro. L’ha deciso il Tar del Lazio con un’ordinanza di rimessione pregiudiziale.
Caronte & Tourist nel ricorso deduce, tra l’altro, il fatto che l’Autorità ha avviato il procedimento per l’accertamento dell’illecito antitrust oltre il termine perentorio di novanta giorni previsto dalla normativa di settore, con la conseguente decadenza dal potere di accertare la violazione.
Il Tar, premettendo che la legge italiana “impone all’Agcm l’avvio del procedimento istruttorio entro un termine decadenziale di novanta giorni”, mentre la Corte di giustizia “in relazione alle procedure antitrust condotte a livello europeo, ha statuito l’obbligo per la Commissione europea di concludere il procedimento (inteso come fase pre-istruttoria ed istruttoria vera e propria) entro un termine ragionevole”, ha ritenuto opportuno chiarire “se tale disarmonia nell’avvio delle indagini antitrust in ragione del mercato (nazionale o comune) nel quale si sviluppa l’illecito sia compatibile o meno con il diritto dell’Unione europea”. Da ciò, la sospensione del giudizio con remissione degli atti alla Corte di giustizia dell’Unione Europea.
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