LA FINE DI UN’EPOCA DI EDUCAZIONE MARINARA IN ITALIA

Decio Lucano

Ormai sono dodici anni dalla riforma Gelmini della Scuola ( 2011) , un decreto legge che ha sconvolto l’ordinamento della scuola pubblica dall’università alla scuola secondaria e superiore , ma sopra tutto creando una diversa classificazione degli istituti tecnici .

Gli istituti Nautici, chiamiamoli ancora così, sono diventati ITTL Istituti Tecnici Trasporti e Logistica, istituti in gran parte accorpati con altre specialità. In base al numero degli iscritti possono definirsi istituti nautici gli ITS Istituti Tecnici Superiori ( e di sostenibilità) sui quali poggiano secondo la normativa le Accademie di Marina mercantile sorte nel frattempo e l’accesso all’Università con percorsi triennali, oggi autonoma nel percorso formativo.

Ma questo è un lungo discorso che non vogliamo riprendere in questo editoriale . Pensate che per fare le cose semplici era stato inventato nel 2016 il “ modulo di allineamento “ : cioè “se tu
hai fatto il liceo e vuoi andare per mare” , ti iscrivi ad una accademia o riconosciuta tale , e dopo un certo iter ( 500 ore ) sei varato come una nave superando l’ esame in Capitaneria per andare a navigare.

A noi interessa spiegare che il quadro che apre il nostro Logbook è stato creato da un ex allievo dell’Istituto Nautico San Giorgio di Genova , il comandante Francesco Curreli , in pensione da qualche tempo dopo alterne vicende che lo hanno avvicinato a una forma di arte, anche di arte sacra, attraverso la via della nodistica.

Parola non elegante, un elemento che caratterizzava la materia del biennio degli istituti nautici
chiamata Esercitazioni Marinaresche .

Era il primo impatto e il primo contatto col mare , la voga , la vela, la manualità marinaresca degli allievi che, superato il biennio, proseguivano fino al quinto anno, il triennio di specializzazione di coperta, macchina e costruzione navale con conseguenti diplomi.
Questa premessa è scaturita dalla realtà della vita e della carriera della gente di mare a livello” stati maggiori”, ma temo che capitani come Francesco Curreli non usciranno più dagli ITTL, se non per iniziative professionali individuali o generate dalle stesse scuole a titolo volontario.

Curreli esplora con la sua arte i misteri del cammino spirituale, le sue mani dalle squadrette graduate alle carte nautiche alla navigazione, adoperate nel Nautico di una volta, sono diventate magiche forme di innovazione del proprio io , pervase da chi le sa usare da uno spirito di corpo che gli allievi di una volta non hanno più dimenticato. ( DL )

  

  
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