L’armatore al timone della balena blu lamenta il fatto che l’Italia non sia pronta all’utilizzo del Gnl nei traghetti e confessa anche una crescente difficoltà a reclutare marittimi
“Nel Gruppo Moby stiamo costruendo nuove navi, con elevata capacità e grande flessibilità; queste unità consentiranno alla nostra compagnia di rimpiazzare le precedenti unità più vecchie. Saranno navi da poter utilizzare durante tutto l’anno e non solo nei mesi estivi; potremo adattarne l’impiego a seconda dei traffici e dei volumi che avremo durante i vari periodi dell’anno” sono state le parole di Onorato. Secondo il suo punto di vista “nei prossimi anni i cruise ferry tradizionali dovranno andare in pensione, la flotta dev’essere più flessibile e più ro-pax” intendendo con ciò navi più flessibili per un utilizzo prevalente per il trasporto di passeggeri o di merci a seconda dei periodi.
Altro fattore da tenere in attenta considerazione è il climate change, “sia per azioni di breve termine che per ragionamenti più di lungo periodo sulle navi”. Su questo punto l’a.d. di Moby ha parlato di evidenti disparità fra mercati: “La questione principale oggi è secondo me rappresentata dal fatto che non c’è una visione unitaria a livello europeo, ogni Paese segue una propria strada e il grande problema che vedo è un ampio gap fra i paesi del Mediterraneo rispetto al Nord Europa. Come armatori possiamo anche essere preparati alle nuove sfide ma i nostri porti non sono pronti. Ad esempio le due navi cinesi che stiamo costruendo e che prenderemo a partire da fine anno sono Lng-ready (solo predisposte al consumo di gas naturale liquefatto, ndr) perché in Italia non abbiamo le infrastrutture e nemmeno la normativa per fornire gas liquido alle navi. Dobbiamo quindi accelerare per ridurre il gap fra Nord e Sud Europa”……clicca qui




