Marcello Di Caterina: “C’è il rischio che Genova si trasformi in un’altra Beirut o addirittura nell’apocalisse di Tianjin e quindi chiediamo un immediato confronto con il Commissario straordinario Bucci, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e l’AdSP del Mar Ligure Occidentale”
“Abbiamo appreso la preoccupante notizia relativa allo spostamento nel porto di Genova, in pieno centro città, disposto dal Commissario straordinario Bucci, delle attività di stoccaggio e movimentazione di prodotti chimici e petrolchimici. Una simile operazione è per noi inaccettabile in quanto comporterebbe seri rischi per la sicurezza e la salute di lavoratori e cittadini, oltre ad impattare notevolmente sul livello di efficienza e puntualità dei traffici merci e sull’intero indotto per il porto di Genova”.
Così il Vicepresidente di ALIS Marcello Di Caterina commenta la localizzazione di depositi chimici nel porto di Genova, in un’area del bacino di Sampierdarena, con contestuale spostamento da Pegli/Multedo a Ponte Somalia, in un’area nella disponibilità del Terminal San Giorgio che, attualmente, viene utilizzata per le operazioni di imbarco e sbarco dai traghetti.
“Sotto il profilo della sicurezza, nelle immediate vicinanze di tali depositi, dove verosimilmente transiteranno i camion in entrata ed uscita, i rischi sono molto elevati anche considerando l’alto tasso di infiammabilità dei prodotti petrolchimici. Inoltre, dal punto di vista dei traffici merci attraverso le Autostrade del Mare – aggiunge Di Caterina – i soci ALIS operanti nel trasporto terrestre e marittimo effettuano dal Porto di Genova importanti servizi Ro-Ro di linea, aventi destinazione Sicilia, Sardegna e Malta, arrivando ad un numero medio di 12 toccate settimanali presso il Terminal San Giorgio, per un totale di circa 620 ormeggi annui, e riportando un aumento di circa il 10% dei traffici relativi ai primi dieci mesi del 2021 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Risulta evidente che l’eventuale perdita di disponibilità di tali ampi spazi per la raccolta delle merci destinate all’imbarco e sbarco nonché alle soste, non permetterebbe alle nostre aziende associate di autotrasporto di mantenere la stessa operatività e gli stessi volumi movimentati sinora, che equivalgono a circa 150.000 rotabili e circa 50.000 auto all’anno, e causerebbe di conseguenza perdite significative di traffico per tutto il Porto di Genova così come riduzioni notevoli sul numero di avviamenti di personale nonché rischi elevati di perdite di posti di lavoro e notevoli congestioni e colli di bottiglia”.
“C’è il serio e concreto rischio che Genova si trasformi in un’altra Beirut dove nel 2020 avvenne proprio all’interno del porto un violento incendio in un magazzino di prodotti esplosivi o addirittura nell’apocalisse di Tianjin – conclude il Vicepresidente di ALIS – e chiediamo pertanto un immediato confronto con il Commissario straordinario Bucci, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per non autorizzare operazioni dannose per la sicurezza e per l’intero sistema portuale”.
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