TRASPORTI, Continuità territoriale marittima, aggiudicazione dei servizi alle battute finali

Le procedure previste  per l’imposizione di oneri di servizio pubblico per l’aggiudicazione dei contratti di servizio nell’erogazione dei servizi di continuità territoriale marittima si stanno per concludere ed entro il corrente mese di aprile dovranno essere assegnate le linee agli armatori.
Risulta che le disposizioni della Convenzione con CIN continuino ad applicarsi per il tempo strettamente necessario a consentire la conclusione delle procedure bandite per l’imposizione di oneri di servizio pubblico e per l’aggiudicazione dei contratti di servizio, fissando come data limite il 31 maggio 2021 con possibilità di proroga di un mese. Tenuto conto dell’iter  non tutto scorrevole seguito dalle norme emanate per la continuità territoriale marittima si ritiene che detta proroga debba essere accettata e quindi porre come termine il 30 giugno 2021 anche perché ulteriori proroghe non sarebbero possibili.

Si spera nell’introduzione di una “clausola sociale” che preveda la non perdita di lavoro da parte di marittimi che, al limite, dovrebbero essere incorporati dalla società che prende la “linea”anche se si riconosce la difficoltà che detta clausola possa essere accettata sia dagli armatori che dalla CE.
In questo momento senza dubbio alcuno il sogno di una vera e soddisfacente continuità territoriale marittima che garantisca servizi di trasporto verso il continente regolari ed efficienti è in cima ai desideri di tutti i sardi. La continuità territoriale marittima, creata con il  proposito di garantire tariffe scontate ,alla prova dei fatti, ha scatenato proteste e malumori da parte di una cittadinanza a dir poco insoddisfatta dei prezzi comunque esosi, della qualità dei servizi e del trattamento in genere ben al di sotto degli standard riservato ai fruitori della continuità territoriale. La responsabilità tra governi regionali e nazionali e autorità europee-come già scritto in varie occasioni- non aiuta certo a fare chiarezza, resta il fatto che a pagare il prezzo dei disservizi è il popolo sardo   in tanti casi obbligato a rinunciare a raggiungere la penisola oppure a ricorrere alle carissime tariffe ordinarie, con disagi incalcolabili per migliaia di studenti e lavoratori che non possono fare a meno di fare la spola tra l’Isola e il continente.
Al momento tra proroghe e termini per manifestazioni di interesse da parte delle imprese, si continuerà ad operare di sicuro fino al 30 giugno 2021 in un clima di emergenze al quale bisogna porre riparo. Staremo a vedere. In tutta questa vicenda non convince il fatto che il Ministero ha sentito il parere dell’Autorità dei trasporti senza sentire la Regione Sardegna che, forse, come già detto, avrebbe dovuto impegnarsi di più nell’incalzare il Ministero con sue proposte.
Nicola Silenti
(ilsarrabus.news)