Trump fa tremare l’armamento italiano: l’84% delle nuove navi è stato ordinato in Cina

Paglia (banchero costa) analizza i fattori di incertezza e i rischi per i trasporti via mare con i dazi mentre Confitarma ha pubblicato uno studio sui possibili impatti per lo shipping nostrano.

Nicola Capuzzo

Il Centro Studi di Confitarma ha pubblicato uno studio sui “Possibili impatti dei dazi Usa sull’industria dello shipping italiano” in risposta alle recenti conclusioni dell’indagine dell’Office of the United States Trade Representative (Ustr) sulle politiche commerciali cinesi. Il rapporto analizza le misure ipotizzate dall’Ustr, che includono dazi fino a 1,5 milioni di dollari per ogni scalo negli Stati Uniti di navi costruite in Cina o gestite da operatori con commesse in cantieri cinesi. Le simulazioni di impatto stimano sovraccosti portuali potenziali fino a 52 miliardi di dollari per lo shipping, con ricadute dirette sulla competitività dell’industria marittima e manifatturiera europea. Per una portacontainer da 10.000 Teu l’extracosto potrebbe essere di 400-600 dollari per ogni Teu, per una nave portarinfuse secche della classe capesize si parlerebbe invece di maggiori spese per 8-12 dollari a tonnellata, mentre una nave cisterna (product tanker) avrebbe un’incidenza di costi maggiore compresa fra 26 e 39 dollari per tonnellate trasportata…..clicca qui

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