Napoli, 26 marzo 2025 – Ieri i giudici della sezione Lavoro del Tribunale di Napoli hanno accolto il ricorso per la morte di un ex dipendente dell’Autorità Portuale partenopea che morì per un adenocarcinoma polmonare per la prolungata esposizione all’amianto sul luogo di lavoro. Un milione e mezzo il risarcimento pattuito per gli eredi dell’operaio.
I legali dello studio Imilex Lorenzo Irace, Giuseppe Manganiello e Giancarlo Itri hanno definito la sentenza “storica” in quanto “segna una svolta epocale nella tutela degli ex esposti all’amianto”. Il fatto risale nel periodo compreso tra il 1974 ed il 1990 quando il lavoratore aveva svolto mansioni di gruista all’interno del Porto di Napoli. Il giudice del lavoro ha confermato che sino alla fine del suo rapporto di lavoro era consuetudine trasportare imballaggi contenenti la sostanza killer.
L’adenocarcinoma polmonare è una patologia che, al contrario del mesotelioma, non è direttamente riconducibile all’amianto. La sentenza dunque rappresenta per la primissima volta una correlazione tra chi ha contratto questa patologia e l’esposizione alle fibre di asbesto.
Federica Bartoloni

SINDACATI E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
SOCIETA DI NAVIGAZIONI

