ANTONINO POLESE, DEPORTATO ED INTERNATO IN UN LAGER NAZISTA DURANTE IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE
Nella mattinata di lunedì 27 gennaio, in occasione della “Giornata della Memoria”, è stata consegnata dal Prefetto di Napoli, Dott. Michele DI BARI, una Medaglia d’onore alla memoria alla Professoressa Angela POLESE, figlia di Antonino POLESE, che il mattino del 23 settembre 1943 fu prelevato da soldati tedeschi e caricato a forza, sotto la minaccia delle armi, su un camion militare assieme ad altri cittadini Torresi che erano intenti alla rimozione di macerie, alla ricerca di sopravvissuti, dopo un bombardamento che aveva interessato l’ospedale cittadino di Torre del Greco, in località Santa Teresa al confine con Ercolano.
La cerimonia ha avuto luogo presso il Teatro San Carlo di Napoli alla presenza di numerose Autorità nazionali e locali e con i Familiari di altri 25 decorati.
Erano Presenti all’evento il Vice Presidente della Camera dei Deputati On. Sergio COSTA, il Vice Presidente del Senato della Repubblica Sen. Mariolina CASTELLONE, il Presidente della Regione Campania Dott. Vincenzo De Luca, il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Dott. Ettore ACERRA, il Sindaco di Napoli e Presidente ANCI Prof. Gaetano MANFREDI, il Procuratore Nazionale Antimafia Dott. Giovanni MELILLO, il Rabino Capo della Comunità Ebraica di Napoli Cesare MOSCATI ed il Prefetto di Napoli S.E. Dott. Michele DI BARI.
Numerosi sono stati gli intermezzi musicali ad opera del Coro di Voci Bianche e di un Quartetto di Maestri del Teatro San Carlo.
La medaglia d’onore, conferita alla memoria, è stata attribuita con proprio decreto dal Presidente della Repubblica a titolo di risarcimento morale per il sacrificio patito a causa della deportazione e dell’internamento nei lager nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale.
L’onorificenza arriva a 30 anni dalla dipartita di Antonino che nella vita, dopo la liberazione, intraprese l’attività di marittimo e navigò per tutta la vita, sino all’età di pensionamento, con la Società ITALIA di Navigazione prima su navi da passeggeri quali le Turbonavi Michelangelo – Raffaello – Leonardo Da Vinci – Cristoforo Colombo – Augustus e successivamente su navi da carico sulle rotte del Nord e Sud America dell’Oceano Pacifico ed Atlantico.
Per questa attività di navigazione, quando ancora in vita, gli fu attribuita anche la Medaglia d’Onore di Lunga Navigazione di 1° grado – Oro.
La consegna si è svolta nell’ambito dell’evento “Giornata della Memoria – Musiche e Parole per la Pace e la Libertà” organizzata dalla Prefettura di Napoli con l’obiettivo di ravvivare il ricordo di coloro che hanno perso la vita o hanno sofferto a causa della deportazione e l’internamento nei campi di concentramento nazisti.
L’odissea di Antonino POLESE iniziò il 23 settembre 1943 è termino il 29 novembre 1945 quando dopo oltre 2 anni fece ritorno a casa a Torre del Greco.
Durante questo periodo fu, nell’immediatezza, dapprima trasferito a Maddaloni (CE) e poi a Sparanise(CE) e successivamente fu caricato su un treno merci e condotto dopo 5 giorni di viaggio a Koningsberg in Prussia orientale (oggi la città è denominata Kalilingrad e si trova in Polonia). Qui fu internato in un campo di prigionia denominato Stablak – Stalag A1, dove erano presenti altri prigionieri italiani. In tale periodo fu destinato al lavoro in uno stabilimento adibito alla produzione di rocchetti di legno e patate secche.
Successivamente, nel settembre 1944, dopo un bombardamento che distrusse gran parte della città e del campo, fu condotto in Lituania.
Dopo circa un mese, fu catturato dai Russi, in marcia verso la Germania, organizzati in una grande controffensiva.
I Russi, nell’ottobre del 1944, trasferirono gli italiani, unitamente ai loro carcerieri tedeschi, fatti prigionieri a loro volta, in una località a circa 200 km a nord di Mosca denominata Vologda e li internarono in un campo di lavoro sovietico per prigionieri militari. Qui Antonino fu addetto al recupero di tronchi di legno dal fiume che lambiva la cittadina.
Nel settembre del 1945, dopo la caduta del regime nazista, Antonino e gli altri prigionieri furono condotti a Berlino e consegnati all’esercito americano che organizzò un treno per il rientro in Italia. Il treno fece sosta a Bologna e a Roma e l’odissea di Antonino terminò con l’arrivo a Napoli il 29 novembre 1945.




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