Il 13 gennaio 2012, la nave da crociera Costa Concordia, con a bordo 4.229 persone, urtò gli scogli delle Scole vicino all’isola del Giglio.
L’incidente causò l’inclinazione della nave e l’evacuazione dei passeggeri. Trentadue persone persero la vita e molte altre rimasero ferite.
Il comandante Francesco Schettino fu criticato per aver abbandonato la nave durante l’emergenza, e fu condannato a 16 anni di carcere per omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave. Le operazioni di recupero della nave durarono oltre due anni, e la Costa Concordia fu finalmente rimossa dal fondale marino nel 2014.
A coordinare le operazioni di soccorso fu la guardia costiera di Livorno e il capo della sala operativa, il comandante Gregorio De Falco, intimò al comandante della nave, Francesco Schettino, che si trovava su uno scoglio vicino alla costa, di risalire a bordo per occuparsi dei passeggeri. Il suo “Vada a bordo, cazzo!”, urlato al telefono, divenne una delle frasi simbolo della tragedia.
Nella notte fra il 13 e il 14 gennaio terminarono le operazioni di soccorso che portarono al salvataggio di 3.190 passeggeri e 1.007 membri dell’equipaggio e al recupero in mare di tre corpi e subito dopo iniziarono operazioni di ricerca dei dispersi a bordo del relitto semisommerso.



