Nicola Silenti
Il 9 e 10 novembre u.s. la rivista “Limes” ha organizzato a Roma, con il titolo ”Tutti gli oceani portano a Roma”, l’annuale appuntamento de “Le Giornate del Mare” che rappresentano un momento cruciale per esplorare le complesse dinamiche della geopolitica marittima e il ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo, rimarcando come i mari ,da semplici vie di transito ,siano diventati spazi strategici di contesa globale specialmente alla luce delle tensioni internazionali contemporanee. L’Italia si trova al centro di una regione chiave per le rotte commerciali globali, fungendo da ponte naturale tra l’Atlantico e il Pacifico che la configura come un “collo di bottiglia” strategico per il traffico marittimo.
Le Giornate del Mare ,giunte ormai alla quinta edizione, sono state avviate nel 2020 e precisamente il 14 e 15 novembre presso la sede di Confitarma,come ricordato su questa rivista on-line con un dedicato articolo pubblicato il 22 dicembre 2020.L’edizione,riportata poi sul numero mensile di Limes 10/20 dal titolo “L’ITALIA E’ IL MARE” rappresenta l’avvio delle” iniziative marittime” di Limes incentrate sulla crescente centralità della geopolitica degli spazi marittimi con la consapevolezza che il mare recita un ruolo importante nella politica internazionale.
Nell’editoriale dello stesso numero” ambiremo a portare il nostro esile ma appassionato contributo al recupero della cultura marittima, perciò strategica , nell’Italia che ha disimparato a nuotare.Non moriremo guardiani di spiaggia” concludeva il Direttore di Limes e ciò non è accaduto e parte delle varie proposte avanzate sono state realizzate per merito della nostra marineria mercantile e militare e di tutti gli uomini e donne che vanno per mare.
Come per il 2020 anche per questa quinta edizione, le giornate del mare sono strettamente collegate al numero 10/24 di Limes, come sempre impreziosito dalla stupenda cartografia di Laura Canali che con le sue mappe rende la geopolitica non solo comprensibile ma anche visivamente avvincenti. Il volume ,diviso in tre parti e relativo editoriale, amplifica gli argomenti trattati durante il convegno con ampie riflessioni globali sul Mediterraneo e Indo-Pacifico, termine quest’ultimo diventato di crescente rilevanza negli ultimi anni per analisi geopolitiche, riconducibile ad un altro termine sconosciuto ai tempi dello scrivente quando navigava in quei mari e precisamente il Q.U.A.D.(acronimo di Dialogo quadrilaterale di sicurezza)punto di convergenza delle priorità strategiche degli Stati Uniti e di alcuni dei suoi principali alleati dell’area –Australia, Giappone e India-uniti dal comune interesse di contenere l’espansionismo cinese nella regione dell’Indio-Pacifico. Mentre il Mediterraneo vede riaffiorare tensioni locali, l’Indio-Pacifico emerge come il principale teatro delle sfide globali.
Al marittimo che ha solcato questi mari, resta solo il ricordo di distese infinite di rotte libere e tranquille, ora sempre più spesso scenari di conflitti per il controllo delle risorse marine di petrolio, gas naturale e persino riserve ittiche. Oggi chi naviga in queste acque deve fare i conti con pattugliamenti costanti,procedure di sicurezza rafforzate, una crescente presenza di flotte militari, e di conseguenza costantemente sotto gli occhi di un sistema di controllo geopolitico sempre più complesso e articolato. Gli oceani ormai non sono soltanto vasti spazi ,ma veri e propri scenari di scontro per l’egemonia mondiale. Carl Schmitt citava il famoso e conosciuto detto di Sir Walter Raleigh “chi controlla il mare controlla il mondo “ed in effetti controllare i mari significa dominare le rotte commerciali,g arantire la sicurezza ed esercitare il potere militare ed è questo che costituisce uno degli argomenti fondamentali del numero 10/24 di Limes che richiama anche il ruolo delle risorse marine ,dalle riserve di idrocarburi ai giacimenti di minerali preziosi situati sui fondali oceanici con un equilibrio difficile da mantenere in un contesto di crescente rivalità geopolitica.
Il numero dedica spazio anche al ruolo dell’Italia nel contesto marittimo aggiungendo un interessante articolo sugli alterni contatti che Trieste e gli Stati Uniti intrattengono da ormai duecento anni. Insomma la chiave di tutto è il” mare” confermatosi l’epicentro della competizione globale che continua a plasmare il destino delle persone e delle nazioni.
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