Incontro tra CSLE e il Sottosegretario Claudio Durigon: Verso una Riforma per i Diritti dei Lavoratori Marittimi

Questa mattina si è tenuto un importante incontro tra il Sindacato dei Lavoratori Marittimi C.S.L.E. e il Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon, volto a fare il punto su alcune delle questioni più urgenti per la categoria dei lavoratori del mare. Erano presenti il Segretario Nazionale C.S.L.E., Giuseppe Aprea, e il Segretario della Segreteria Campania Settore Marittimo, Vincenzo Romaniello, che hanno presentato una serie di problematiche critiche che richiedono un intervento legislativo immediato. Durigon ha manifestato la sua disponibilità ad affrontare queste tematiche, impegnandosi a programmare ulteriori incontri per definire una proposta di modifica da presentare in Parlamento.

Decurtazione dell’Indennità di Malattia

Il primo tema discusso ha riguardato la recente decurtazione dell’indennità di malattia per i lavoratori marittimi, scesa dal 75% al 60% della retribuzione media globale. Questa riduzione è il risultato di modifiche normative apportate dall’ultima legge di bilancio che ha modificato un decreto del 1933. Inoltre, il metodo di calcolo è stato cambiato tramite la circolare n. 55 dell’INPS, penalizzando ulteriormente i lavoratori: dal 1° gennaio 2024, infatti, l’indennità verrà calcolata basandosi sui flussi UNIEMENS e sulla retribuzione teorica del mese precedente alla data di sbarco, escludendo vari elementi retributivi e generando un’ulteriore perdita economica per i marittimi.

Questa modifica appare particolarmente gravosa per una categoria che, proprio per la natura del lavoro, è soggetta a verifiche periodiche della propria idoneità fisica tramite la “Visita Biennale”. Aprea e Romaniello hanno sottolineato come la malattia per i lavoratori marittimi debba essere considerata una forma di prevenzione piuttosto che un ammortizzatore sociale, dato che, dopo periodi prolungati a bordo, molti marittimi necessitano di accertamenti per assicurarsi di mantenere l’idoneità fisica.

Diritti Negati: Diritto al Voto e Riconoscimento delle Condizioni di Lavoro Usuranti

Un secondo punto critico riguarda i diritti ancora negati ai lavoratori del mare. I marittimi italiani sono privati di un diritto fondamentale come il diritto di voto, data la peculiarità del loro lavoro che li porta spesso lontano dal proprio seggio. A questo si aggiunge la mancanza di assistenza sanitaria domiciliare per i marittimi affetti da malattie terminali, un diritto garantito a tutti gli altri cittadini.

C.S.L.E. ha anche posto l’accento sulla necessità di riconoscere il lavoro marittimo come usurante. I marittimi operano in condizioni paragonabili a quelle dei minatori: vivono in spazi angusti, con luce artificiale, aria forzata e acqua chimicamente trattata, spesso in ambienti condivisi e con privacy limitata. Inoltre, molti di loro sono stati esposti all’amianto senza che tale condizione sia stata riconosciuta come pericolosa. A tal proposito, Aprea ha richiesto una normativa che riconosca finalmente il lavoro marittimo come “usurante,” adeguando tutele e benefici previdenziali.

Basse Retribuzioni e Mancanza di Stabilità Lavorativa

Un altro aspetto critico riguarda le condizioni salariali e contrattuali. I marittimi percepiscono una paga oraria media di circa sei euro per turni di lavoro di dodici ore, una cifra che non rispecchia la specificità e i rischi del loro lavoro. Nonostante la formazione altamente specializzata richiesta per il ruolo, i marittimi non sono riconosciuti come operai specializzati e mancano di qualsiasi tipo di indennità di reperibilità, pur dovendo essere sempre pronti a intervenire in situazioni di emergenza.

Inoltre, la stabilità lavorativa è carente: solo il 10% dei marittimi ha un contratto a tempo indeterminato (C.R.L.), che garantisce la continuità del rapporto di lavoro anche nei periodi a terra. Il restante 90% è composto da lavoratori stagionali o con contratti che prevedono solo un periodo di lavoro annuo limitato. Questa precarietà costringe molti marittimi, soprattutto quelli provenienti dalle regioni del Sud Italia, a svolgere lavori sommersi durante i periodi di inattività, con un impatto negativo sia sulla loro stabilità economica sia sull’economia del Paese.

L’Impegno di Claudio Durigon

Durigon ha ascoltato attentamente le richieste della delegazione C.S.L.E. e ha promesso un impegno concreto per affrontare queste problematiche. Il Sottosegretario ha dichiarato che il Ministero lavorerà per proporre modifiche legislative che possano rispondere alle necessità dei marittimi italiani e, al tempo stesso, ridurre le disuguaglianze che affliggono la categoria rispetto agli altri lavoratori. La promessa di Durigon di avviare un tavolo di lavoro per una riforma, in collaborazione con C.S.L.E., segna un passo importante verso un futuro in cui i diritti dei lavoratori marittimi possano essere finalmente riconosciuti.

Conclusioni

L’incontro di oggi rappresenta una tappa significativa per il Sindacato C.S.L.E. e per tutta la categoria dei lavoratori marittimi, che vedono nel dialogo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali una possibilità concreta di cambiamento. C.S.L.E. continuerà a monitorare gli sviluppi e a battersi affinché le promesse di oggi si traducano in interventi legislativi concreti, in grado di garantire ai marittimi italiani una maggiore dignità lavorativa e una reale tutela dei loro diritti.

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