“Siamo in attesa che gli organi preposti facciano chiarezza sulla dinamica. Certo è – dice nella nota il segretario generale Filt Cgil Napoli e Campania, Angelo Lustro – che non si può morire lavorando. L’ennesima tragedia che colpisce i lavoratori portuali del porto di Napoli, ma anche di Salerno e Castellammare di Stabia. Tragedie – sostiene Lustro – che non possono e non debbono accadere in un Paese civile come il nostro. Occorre intervenire maggiormente con la prevenzione, il rispetto delle regole, con una maggiore formazione, adeguati strumenti tecnologici e soprattutto con una cultura della sicurezza che va messa al primo posto, per evitare che possano accadere sciagure come questa di oggi. La sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto fondamentale e irrinunciabile”.
“Nello stringerci al dolore della famiglia del lavoratore, – concluse la nota – riteniamo necessari ed urgenti atti ed interventi concreti da parte di tutti i soggetti che operano nel sistema portuale, perché il lavoro non può e non deve significare morte”.
“Ancora un morto. L’ennesimo ed in un settore ad alto rischio. Proprio l’altro giorno con Cgil e Uil abbiamo firmato un Protocollo sulla sicurezza con il Comune di Napoli per la salvaguardia dei lavoratori impegnati nei cantieri di lavoro. Crediamo che le parole non servono più di fronte a queste tragedie.
Siamo tutti chiamati ad impegnarci per porre fine alla strage quotidiana che non è degna di un Paese civile”.
E’ quanto afferma Melicia Comberiati segretaria generale della Cisl di Napoli. Per Gennaro Imparato, coordinatore regionale Cisl porti della Campania, “riteniamo che il Protocollo SOI (Servizio Operativo Integrato) in vigore nel porto di Napoli debba essere uno strumento operativo reale che richiami a una maggiore collaborazione, comunicazione e informazione tra le figure preposte alla sicurezza, le aziende e le istituzioni firmatarie.
SINDACATI E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA