La Federmar-Cisal giudica un grave errore che i sindacati confederali non abbiano rivendicato nei confronti della controparte armatoriale uno specifico Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il settore dei traghetti impiegati in viaggi di breve durata o nei collegamenti con le isole”. Così il segretario generale della Federmar Cisal, Alessandro Pico secondo cui “ci sono almeno due validi motivi per sostenere tale richiesta: in primo luogo la peculiarità sempre più marcata di questo tipo di attività rispetto agli altri comparti della navigazione, peculiarità caratterizzata, per quanto concerne i lavoratori, da ritmi di lavoro estremamente intensi e prolungati, anche oltre le quattordici ore giornaliere di servizio.
Da notare – aggiunge – che nella contrattualistica per la Gente di Mare la creazione di un apposito contratto collettivo per il personale imbarcato sui traghetti non sarebbe una novità dal momento che da sempre esistono contratti specifici per le altre attività: passeggeri, crociere, naviglio minore, mezzi speciali, rimorchiatori, aliscafi. In secondo luogo, e questo è di certo un aspetto di non minore importanza, l’istituzione di un contratto per il personale dei traghetti sarebbe lo strumento migliore e più adatto per difendere i livelli occupazionali del settore: non va, infatti dimenticato che per le navi adibite ai traffici transoceanici è stata fatta tabula rasa, anche per la totale assenza delle strutture che avrebbero dovuto gestire il mercato del lavoro marittimo, della presenza dei lavoratori italiani sostituiti da quelli extracomunitari nella composizione degli equipaggi e, fintantoché rimarrà in piedi il contratto unico, ci sarà sempre il rischio concreto che tale pratica venga estesa anche ai naviganti dei traghetti.
Che la Confitarma e Assarmatori non siano entusiasti di affrontare la separazione del contratto collettivo è un dato di fatto e di equilibri interni all’associazioni, meno comprensibili sono invece le titubanze a tale riguardo mostrate dalle aziende che operano nel settore, le quali avrebbero tutta la convenienza a valorizzarne la specificità soprattutto sul piano della organizzazione del lavoro a bordo delle navi, mentre ancora meno comprensibile è l’aperta ostilità dei sindacati confederali, dopo che le aziende armatoriali hanno avuto mano libera nell’impiego degli extracomunitari al posto dei marittimi italiani.
La Federmar-Cisal – conclude Pico – intende risollevare questo argomento nel corso di questi mesi a venire insieme anche agli altri sindacati e movimenti liberi”.
SINDACATI E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA