Intervento Comandante Nicola Corradino all’audizione afferente al tema “Industria Armatoriale” del giorno 22 maggio 2024 organizzata dal Ministero per la Protezione civile e le Politiche del mare
Signore e signori buongiorno,
sono Nicola Corradino, Comandante in pensione e Vicepresidente del Sindacato dei Comandanti e Direttori di Macchina, sindacato fondato nel 1967 e firmatario del Contratto Nazionale per i Comandanti e Direttori di Macchina su navi superiori a 3.000 GRT.
A nome del nostro Presidente, Comandante Claudio Tomei, desidero ringraziare per l’invito a questa giornata di consultazione sull’Industria Marittima.
Una Industria che ci vede direttamente coinvolti a livello operativo, poiché le navi, veri e propri “profit centers” di questo settore, sono affidate alla nostra competenza di comandanti e direttori di macchina.
L’istituzione di un Ministero del Mare ha rappresentato un passo avanti cruciale per affrontare i numerosi problemi che affliggono lo shipping nazionale. Sarà fondamentale il suo ruolo nella semplificazione e nell’aggiornamento delle procedure burocratiche attraverso una pianificazione che coinvolga sia l’industria che il personale marittimo.
A questo proposito, vorrei sottolineare che il peso della burocrazia che grava su una nave di bandiera italiana è così oneroso da rappresentare una delle principali cause di deflagging.
La perdita di navi significa perdita di posti di lavoro, di know-how industriale e la migrazione all’estero di interi gruppi armatoriali, che difficilmente torneranno.
Mentre la nostra bandiera è appesantita da una burocrazia anacronistica, il settore marittimo globale sta affrontando la transizione verso l’industria 4.0. Armatori e portualità si stanno riconvertendo alla
digitalizzazione, con tecnologie emergenti come la blockchain che diventano sempre più fondamentali.
La risposta della nostra amministrazione non è all’altezza delle richieste dell’industria. L’introduzione di nuove tecnologie rende necessaria una revisione delle tabelle di armamento, che deve tener conto delle nuove professionalità richieste che necessitano di personale con competenze adeguate.
Tuttavia, ci scontriamo con una burocrazia che fatica a percepire il cambiamento.
Inoltre è imprescindibile riconoscere il lavoro del personale navigante di categoria come usurante. Questo è un tema non più eludibile, non solo riconosce la pesantezza del lavoro marittimo, ma è anche un passo
importante per abbassare l’età media dei marittimi, un elemento fondamentale per gestire al meglio equipaggi adeguati alle grandi trasformazioni tecnologiche in corso.
Concludo con una riflessione: fra due settimane voteremo per eleggere il Parlamento europeo. Tutti abbiamo diritto di voto, tranne i marittimi imbarcati. Non aggiungo altro, se non che il grande sforzo dell’industria per incoraggiare i giovani a intraprendere le professioni marittime si scontra con una realtà che relega il marittimo a cittadino di serie B. Grazie.
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