USB “Nei porti c’è una sola guerra da combattere: quella contro gli omicidi sul lavoro. Sabato 25 febbraio sciopero nazionale dei portuali e manifestazione a Genova”

Più di cento lavoratori del Porto di Trieste si sono riuniti venerdì alle 8 presso il varco 4, ingresso del terminalista TMT del molo VII, dove ha perso la vita il loro fratello Paolo Borselli. L’assemblea ha deliberato una serie di punti da portare in Autorità Portuale, Autorità che li ha ospitati tutti quanti. Hanno parlato solo i lavoratori descrivendo il Porto di Trieste come un Far West di problemi reali e di segnalazioni mai riscontrate, di figure che rivestono ruoli di responsabilità nella sicurezza senza conoscere in realtà il lavoro del porto, di soluzioni che esistono già ma che non si adottano per la semplice regola del profitto. Anche le RLS di sito presenti all’assemblea lo hanno detto chiaramente: le domande che ponevamo dal 2009, anno dell’istituzione delle RLS di sito nel Porto di Trieste, ancora oggi attendono risposta.

L’assemblea dentro l’Autorità si è sciolta per ricomporsi davanti alla Prefettura dove sono stati ricevuti 3 lavoratori in rappresentanza di tutto il Porto di Trieste assieme a tutte le sigle sindacali. USB ha detto chiaramente che le azioni di sciopero continueranno perché è impossibile riprendere il lavoro nelle medesime condizioni che hanno determinato la tragica scomparsa di Paolo. I lavoratori al tavolo hanno ben riassunto le azioni da intraprendere:

• ripristino delle barriere di sicurezza al bordo del molo;
• ripristino del secondo uomo nelle attività di “cesta” (il c.d generico);
• la ralla (il trattore porta container) non potrà stazionare in permanenza sotto al container agganciato alla gru ma solo nella fase di appoggio / sollevamento dello stesso.

Il prefetto Signoriello ha preferito un approccio istituzionale puntando a tavoli e protocolli ma ci aspettiamo che intervenga comunque su TMT per ripristinare le sicurezze minime per la ripresa delle attività e che ci sia un passaggio istituzionale per dare i poteri necessari all’Autorità Portuale in tema di sicurezza (protocollo unico di sicurezza per tutti i terminalisti) e quel potere sanzionatorio che renderà esigibile il protocollo stesso, anche attraverso le sospensioni / revoche delle concessioni per inadempienza sulla sicurezza.

La domanda che ci sentiamo di rivolgere al sig. Prefetto è: ma se riprendessero le attività nelle medesime condizioni di prima, senza il secondo generico e senza le paratie di contenimento di chi sarebbe la responsabilità di un eventuale secondo incidente?

Ma anche nel caso di una ripresa delle attività la legge 81/2008 all’art. 44 prevede che “il lavoratore che, in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere evitato, si allontana dal posto di lavoro o da una zona pericolosa, non può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa” quindi lo diciamo chiaramente: a pari condizioni di lavoro e di insicurezza nessuno manovrerà in prossimità della banchina non protetta. In ogni caso lo sciopero è prolungato fino alle 19 del giorno 11 febbraio.

Unione Sindacale di Base – Porto di Trieste

  

     
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