Inail, Serbassi (Fast-Confsal): “Ancora tanta strada da fare su infortuni e malattie professionali”

“La diminuzione dei morti sul lavoro è una buona notizia che dimostra anche l’importanza di insistere sulle campagne di sensibilizzazione che stiamo portando avanti, ma i dati confermano, purtroppo, l’aumento sia degli incidenti sia delle malattie professionali, su cui non ci stancheremo mai di combattere per ottenere una maggiore attenzione alle misure di prevenzione”. Questo il commento del segretario generale FAST-Confsal, Pietro Serbassi, sui dati diffusi dall’Inail che da gennaio a settembre hanno registrato un calo del 13,2% degli infortuni mortali, ma un aumento del 35,2% delle denunce di infortunio e dell’8,6% delle patologie di origine professionale”.

“Il dato confortante sulle morti bianche – spiega Serbassi – non è ovviamente un punto di arrivo di cui si possa essere minimamente soddisfatti, trattandosi ancora di 790 decessi in 7 mesi, quindi rimaniamo ancorati agli oltre 3 morti sul lavoro al giorno. Un livello inaccettabile. La riduzione può però essere considerata un punto di partenza. Un segnale che continuando a sensibilizzare imprese, lavoratori e istituzioni, come facciamo da oltre un anno con la nostra campagna TRA.IN-S – Trasportare in sicurezza, qualche risultato, seppur minimo, si riesce ad ottenere”.

“Gli altri due dati forniti dall‘Inail – prosegue il segretario generale FAST-Confsal – dimostrano, però, che la strada è ancora lunghissima, in particolare sugli incidenti in itinere e sulle aggressioni ai lavoratori nel mondo dei trasporti, che gonfiano i numeri delle denunce di infortunio e rendono drammatico il quadro complessivo. Si tratta di due tipologie di incidenti su cui l’allerta è ancora troppo bassa, malgrado i casi siano in costante aumento”.

“L’altro terreno che riguarda da vicino il settore dei trasporti e su cui si fatica ancora ad ottenere adeguati risconti da parte delle imprese e delle istituzioni – conclude Serbassi – è quello delle malattie professionali. E qui la mancanza di ascolto è intollerabile, perché non siamo di fronte ad incidenti dove entra in gioco anche l’elemento casuale. La maggior parte delle patologie che possono essere contratte durante l’attività lavorativa sono conosciute, classificate e, soprattutto, prevedibili. Il che significa che intervenendo sul lato della prevenzione le denunce registrate dall‘Inail potrebbero essere significativamente più basse”.

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