Genova 2022/ La nautica da diporto riparte dalla cultura del mare

Nicola Silenti La Destra

Il 62° Salone Nautico Internazionale di Genova, svoltosi dal 22 al 27 settembre 2022, ha evidenziato per l’industria italiana della nautica una produttività in costante crescita con un ottimo fatturato e solide prospettive anche per il futuro, lasciandosi ormai alle spalle l’orribile quinquennio 2008/2013 grazie anche alla tenacia e alla qualità di una rete capillare di artigiani e piccole imprese che costituiscono il vero motore del diporto nautico italiano. Il settore della nautica da diporto è ormai stabilmente una delle voci rilevanti della blu economy nazionale non soltanto per il suo fatturato in espansione – 6,1 miliardi – ma anche per la forza lavoro impiegata che registra 26.250 posti di lavoro con una crescita del 9,7%.

Inoltre, degni di curiosità, sono anche i dati relativi ai principali poli produttivi territoriali presentati nella giornata di apertura del salone da Confindustria Nautica attraverso la nuova edizione di Nautica in cifre-Log – annuario statistico – che piazzano al primo posto della classifica, stilata per fatturato,

“il polo produttivo dell’Alto Mediterraneo” per le province di Genova, La Spezia, Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno, seguito dal “polo produttivo adriatico”per le province di Ravenna, Forli-Cesena, Rimini, Pesaro-Urbino e Ancona mentre al terzo posto figura la Lombardia.

Indagare nel dettaglio il pianeta diporto, come già scritto varie volte, è una impresa quasi impossibile da realizzare compiutamente dal momento che nella totalità dei casi le indagini statistiche e gli studi dedicati prendono in esame la sola attività cantieristica, come se il settore si riducesse alla costruzione e alla manutenzione delle imbarcazioni e non fosse anche, o meglio soprattutto, un mosaico multiforme e sfaccettato di tante strutture e attività produttive e di servizio legate in modo indissolubile a questo mondo.

Un mosaico che abbraccia tante voci dell’industria manifatturiera italiana che spaziano dalla produzione tessile delle vele, all’abbigliamento, alla produzione di mobili di arredo, alle dotazioni varie e tanto altro inclusi i servizi portuali e turistici. Dati che dimostrano anche ai più scettici quanto la nautica sia un universo ancora da indagare per poterne comprendere appieno la portata occupazionale.

Insomma, a conti fatti, la nautica si conferma un comparto capace di performance di gran lunga superiore alla media dell’industria manifatturiera nazionale. Al salone di Genova non sono mancati inoltre i confronti su sviluppo sostenibile,innovazione e lavoro con opportunità professionali e percorsi formativi che si rimandano anche alla componente del diporto commerciale che vede impegnati numerosi marittimi il cui comparto presenta ancora numerose criticità evidenziate dal comandante Luciano Panizzutt di A.MA.DI che attraverso Super Yacht 24- quotidiano on line del mondo della nautica- denuncia la scarsa attenzione del ministero  verso i marittimi del diporto chiedendo «un intervento urgente per salvaguardare la professione ed evitare una progressiva migrazione verso certificazioni rilasciate da altre amministrazioni estere» aggiungendo, tra l’altro, che «si deve continuare con l’adeguamento delle normative alle continue evoluzioni del settore compreso la revisione del D.M.121/2005 che disciplina l’istituzione dei tioli professionale del diporto».

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