USB mare e porti “Sicurezza nei porti”

“Un altro lavoratore è rimasto schiacciato-investito da un carrello nel porto di Genova. I lavoratori dei porti, come avevamo già denunciato, si infortunano per carenze su veicoli e attrezzature, per eccessivi carichi di lavoro per l’anzianità sopra la media!”

In un nostro documento di circa un anno fa, basato su dati Inail, avevamo già denunciato il fatto che nei porti circa il 33% dei lavoratori, che hanno subito un infortunio grave-mortale, sono stati investiti da veicoli ( ralle, carrelli elevatori ecc ) nei piazzali-banchine (e nelle navi) durante le fasi di movimentazione delle merci; il 23% sono stati schiacciati dalla caduta dall’alto di carichi sospesi (prevalentemente durante la movimentazione di merce con gru, carroponte ecc). Questi infortuni sono causati, per circa il 70%, da carenze a livello di organizzazione del lavoro (mancata attuazione di procedure corrette per evitare che un lavoratore si trovasse nell’area di azione di un veicolo in movimento oppure di un carico sospeso ecc); il 23% sono causati da carenze delle attrezzature mezzi-materiali utilizzati durante il lavoro.
La riduzione dei tempi, e quindi dei costi, per l’effettuazione delle singole operazioni di movimentazione delle merci rappresenta la causa primaria delle morti e delle “mutilazioni” dei lavoratori portuali, lavoratori usurati dalla età elevata e costretti ad aumentare i turni giornalieri per sopperire alla mancaza di “organico” aumentano sempre di pù le probabilità di infortunio.
Questi dati ci descrivono una situazione chiara sia rispetto alle cause degli infortuni che rispetto alle responsabilità dei datori di lavoro per mancata adozione di efficaci misure per la prevenzione dei rischi.
Abbiamo presentato, al riguardo, una piattaforma con le nostre proposte per la prevenzione
degli infortuni, tra le quali ricordiamo:

  1. rafforzamento del potere di vigilanza sulla salute- sicurezza dell’Autorità di sistema portuale: con la definizione, ad esempio, di standard vincolanti per le aziende sui tempi e sul numero di lavoratori necessari per effettuare in sicurezza le singole operazioni di movimentazione delle merci nei porti; tempi adeguati per evitare che i lavoratori, per rispettare i ritmi produttivi imposti dalle aziende, si trovino nell’area d’azione di veicoli in movimenti e sotto i carichi sospesi.
  2. Primo soccorso: l’istituzione di presidi fissi di primo soccorso (attivi tutti i giorni per 24 ore), per permettere interventi rapidi sui lavoratori infortunati ed elaborazione di procedure efficaci di “chiamata soccorso“ per far sì che, in una realtà complessa come quella dei porti, le ambulanze arrivino in tempi rapidi nel luogo dove si è verificato l’infortunio. Vogliamo ricordare, al riguardo, il gravissimo evento verificatosi al terminal Messina: i vigili del fuoco, per poter permettere il soccorso ad un lavoratore, hanno dovuto abbattere un cancello, come ripreso dai media locali.

Genova, 18/08/2022 USB Porto di Genova

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