La scrivente O.S. , prende conoscenza di proposte aziendali formulate al M.I.M.S. tendenti ad utilizzare personale sulle navi senza libretto di navigazione e senza una formazione specifica , obbligatoria secondo norme internazionali ratificate anche dallo Stato italiano che mirano alla salvaguardia della salute e della vita umana in mare.
Riteniamo tale proposta un atto di ingiustizia sociale verso quei lavoratori che di tasca propria e sacrificando i pochi periodi di riposi hanno soddisfatto le regole in materia di formazione marittima.
Riteniamo il probabile ricorso all’utilizzo di personale non adeguatamente formato e senza titolo di abilitazione alla navigazione un atto oltre che in contraddizione con le norme che regolano la Sicurezza della Navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare , anche pericoloso per i lavoratori stessi che vengono impiegati senza la minima conoscenza di un mezzo di trasporto tanto particolare.
Tutti i lavoratori impiegati su una nave devono poter garantire un minimo di competenza in materia di emergenze, a prescindere se abbiano o non abbiano un ruolo operativo nelle emergenze di bordo.
I passeggeri non riconoscono il personale a secondo se inseriti nei Ruoli d’Appello oppure no. Li riconoscono semplicemente dalla divisa sociale ed è a loro che si riferiscono quando vi sono problematiche di qualsiasi genere ed in quel preciso istante il lavoratore deve esporre tutte le competenze acquisite nei corsi di formazione che ripetiamo “sono obbligatori”.
Tutti noi conosciamo benissimo le motivazioni che oggi hanno indotto i lavoratori marittimi a cercarsi un’altra tipologia di lavoro.
Primo fra tutti è il mancato riconoscimento di un lavoro stabile ed un guadagno che nel corso degli anni è equiparato a quello di un lavoratore che fa solo otto ore di lavoro per rientrare nel proprio nucleo familiare cosa negata al lavoratore del mare il quale su una nave rimane 24 ore interrottamente per svariati mesi.
Insieme a queste cose basilari vi sono richieste di flessibilità lavorativa senza considerare i carichi da lavoro rispetto all’età anagrafica dei lavoratori impiegati , vitto sempre più scadente, alloggi sempre più sacrificati e l’assenza completa di spazi per lo svago destinato ai lavoratori ammesso che esista il tempo per rilassarsi.
Per far ritornare la voglia ai nostri giovani di tornare a navigare dobbiamo dimostrargli che è un lavoro interessante che chiede sacrifici in cambio di soddisfazioni. Tutto questo passa solo ed esclusivamente attraverso una riforma del settore seria e rispondente ai tempi.
Non comprendiamo, come faranno le Capitanerie di Porto italiane a concedere il “nulla Osta” per un imbarco su una nave italiana senza libretto di navigazione e senza formazione se fino a pochi secondi fa. “giustamente” hanno controllato capillarmente i titoli e la formazione di mandarli su una nave.
L’Italia ha una tradizione marinara fatta di professionalità e competenza che non deve essere sostituita con un modo di pensare che recita “prendiamo il primo che capita”. A noi interessa mandare i lavoratori a lavorare formati secondo regole che tutti devono rispettare ed avendo chiaro che il lavoro che intraprendono può riservargli un futuro di certezze e non di incertezze come lo rappresenta oggi.
Napoli, 04 Agosto 2022
Il Dipartimento Mare
