“Di tutto ha bisogno in questo momento il Paese tranne che dell’accanimento del governo su obblighi anti-Covid che non hanno più alcuna motivazione scientifico sanitaria e generano solo confusione e disagi. Peraltro andando a colpire uno dei settori più penalizzato dalla pandemia e strategico per la ripresa economica”. Questo il commento del segretario generale FAST-Confsal, Pietro Serbassi, sulla decisione dell’esecutivo di prorogare fino al 30 settembre l’obbligo di indossare le mascherine nel trasporto pubblico.
“Siamo sempre stati in prima fila – spiega il sindacalista – nel sostenere le misure disposte dal governo, anche quelle più drastiche, per combattere la diffusione della pandemia e tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini. Ma questa volta non riusciamo a vedere alcun motivo razionale nella scelta di liberare tutti i settori della vita pubblica, anche quelli dove il distanziamento è impossibile e il rischio di contagio elevato, tranne quello dei trasporti, per di più con una bizzarra esclusione degli aerei”.
“Abbiamo già inviato ai ministri della Salute e delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – prosegue Serbassi – una lettera di protesta formale, chiedendo l’immediato annullamento di una disposizione che oltre ad essere difficilmente comprensibile provocherà effetti negativi sulla mobilità in una fase di grande ripresa del turismo dopo due anni di pandemia. Tra l’altro è evidente la contraddizione di un governo che continua giustamente a parlare di sostenibilità ecologica e poi tiene in piedi regole assurde che incoraggeranno il trasporto privato ben più inquinante di quello pubblico. Auspichiamo un urgente ripensamento di queste disposizioni che sembrano scaturite più dall’improvvisazione che da una precisa strategia a cui il governo dovrebbe invece attenersi per portare il Paese fuori dalla crisi”.
Roma, 17 giugno 2022
