Debito CIN-Tirrenia e marittimi, presidio Filt-Cgil al Mise il 21 marzo

In attesa dell’accordo con i creditori entro marzo, il sindacato chiede il rispetto della clausola sociale

«In assenza di una convocazione da parte dei rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico o dei commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria, si terrà il prossimo 21 marzo una prima mobilitazione con presidio dalle ore 11 presso la sede del ministero dello Sviluppo economico  a Roma con assemblee preliminari con i lavoratori del gruppo, già programmate a partire da domani». Ad annunciarlo il segretario nazionale della Filt-Cgil, Natale Colombo, spiegando che «le importanti evoluzioni, apprese indirettamente attraverso gli organi di stampa, sui diversi negoziati tra il Gruppo Grimaldi e i commissari, per un accordo preventivo sul piano di pagamento del debito da parte di Compagnia Italiana di Navigazione, impongono la necessità di un urgente incontro con gli enti competenti per ricevere le opportune assicurazioni sulla garanzia occupazionale».

Il debito di Compagnia Italiana di Navigazione nei confronti di Tirrenia oscilla tra i 180 e i 159 milioni di euro (a seconda di quante navi vengano conteggiate in garanzia). Come affermato a inizio mese dall’armatore di Moby, Vincenzo Onorato, l’offerta a Tirrenia in amministrazione straordinaria è di 144 milioni, di cui 23 milioni da pagare subito e i restanti 121 milioni in tre anni, sulla base di un’ipoteca di primo grado su quattro navi di Compagnia Italiana di Navigazione, garantendone così il debito.

«Oggi – prosegue Colombo – abbiamo nuovamente richiesto uno specifico incontro perché abbiamo il diritto di conoscere quali sono le strategie pronte a garantire la continuità occupazionale dei circa 6 mila lavoratori del Gruppo nel caso in cui non si arrivasse a realizzare l’accordo tra tutti i creditori entro il prossimo 31 marzo come stabilito dal Tribunale di Milano». L’ipotesi che preoccupa il sindacato riguarda la possibilità di una gara per l’acquisto del credito vantato da Tirrenia, «con il rischio anche dello spacchettamento dei servizi e quindi dei lavoratori».

«C’è bisogno di sapere in forma diretta – conclude Colombo – quali sono gli scenari che abbiamo davanti e come questi tutelano i lavoratori coinvolti, evitando di ripercorrere quanto accaduto recentemente con l’affidamento delle tratte della continuità territoriale marittima dove non si è fatta valere alcuna clausola sociale e per la quale ancora aspettiamo risposte dal ministero delle Infrastrutture».


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