di Maurizio Bologni e Marco Preve
E’ una battaglia navale combattuta con cannoneggiamenti e abbordaggi corsari quella che va in scena fra tribunali italiani e statunitensi per il futuro di alcune rotte strategiche, tra Genova, Livorno, Piombino, Napoli, Sicilia, Sardegna, Corsica, Elba e isole minori dell’arcipelago toscano, rotte curate da Moby e Cin-Tirrenia dell’armatore Vincenzo Onorato. Uno scontro da centinaia di milioni di euro che rimbalza fra giudici fallimentari, alta finanza, ex agenti del Mossad, procure e gli immancabili rapporti fra imprenditoria e politica. Un cocktail velenoso.
Posti di lavoro
Sulla graticola, per quanto riguarda la sola Toscana, ci sono duemila posti di lavoro e un pezzo importante dell’economia portuale della regione. Che rischia di entrare in un cul de sac. Seimila dipendenti in totale, settecento milioni di fatturato globali, il gruppo dell’armatore Vincenzo Onorato, 64 anni, originario di Napoli e patron di Mascalzone Latino, concentra in Toscana un terzo della sua forza lavoro e un business che negli ultimi anni si è allargato: i collegamenti passeggeri e merci con le isole – vitali per l’economia del turismo e non solo – il controllo indiretto a Livorno della società Progetto 2000 che gestisce il traffico crociere e traghetti (la cui incerta operatività allarma i lavoratori del porto), i progetti di elettrificazione degli scali marittimi e delle navi che puntano ad attingere ai fondi del Pnrr per realizzare un piano di innovazione. Ma il gruppo Onorato, sebbene si dichiari finanziariamente liquido, è nella tormenta. Vicino alla paralisi proprio mentre passa il treno dei fondi europei, impantanato in procedure di concordato fallimentare delle sue società che dovrebbero chiudersi entro l’anno ma che potrebbero saltare, con Vincenzo Onorato e il figlio Alberto indagati per bancarotta fraudolenta e al centro di una spy story internazionale che lambisce il governo del Paese…..clicca qui




