“L’obbligo di green pass è una scelta che spetta alle autorità politiche e scientifiche, ma ci sono delle conseguenze che non possono essere ignorate: ora tamponi gratis e regole chiare sui controlli in azienda”. Questo il commento del Segretario Generale Fast-Confsal, Pietro Serbassi, al decreto del governo che impone la certificazione verde a tutti i lavoratori
“Il sindacato non ha competenze né ruoli in campo scientifico e sanitario – spiega Serbassi – ma ha un compito ben preciso: quello di evitare qualsiasi tipo di discriminazione nei luoghi di lavoro. Ebbene, fermo restando che fare o non fare il vaccino è una libera scelta prevista dalla Costituzione e il governo non ha ritenuto ci fossero le condizioni per sospendere tale libertà, l’imposizione del green pass per accedere nei luoghi di lavoro non può essere trasformata in un obbligo mascherato”.
“Questo significa – prosegue il sindacalista – che l’imposizione della certificazione deve essere accompagnata da una serie di misure che mettano qualsiasi lavoratore in grado di svolgere serenamente la propria attività anche senza vaccinazione. Per consentire ciò occorre innanzitutto prevedere la diffusione gratuita dei tamponi, per eliminare qualsiasi penalizzazione di tipo economico mettere tutti in condizione di rispettare le regole senza limitazioni sulla libertà personale”.
“In secondo luogo – conclude il Segretario Fast-Confsal – sarà necessario, attraverso il confronto con le parti sociali, stabilire regole chiare e valide per tutte le aziende sulle modalità di controllo della certificazione e sulle possibili conseguenze in merito a salario e mansioni dei lavoratori. Incertezze su questo terreno aprirebbero, infatti, il campo ad una rischiosa discrezionalità da parte dei datori di lavoro che potrebbe facilmente sfociare in inaccettabili comportamenti discriminatori”.




