“Creditori pagati”, la Bambini volta pagina

Dopo quattro anni il tribunale sancisce con un decreto l’esecuzione del concordato preventivo in continuità per l’impresa

“Siamo arrivati alla fine. Sì, proprio alla fine: con un po’ di fatica ma con la disponibilità di tante persone”.

Il prossimo anno la spa di cui è amministratore unico dal 2017, la Bambini, festeggerà i 60 anni di attività nel settore dei trasporti marittimi e dell’offshore. La ’fine’ per Gianni Bambini (“di battesimo Gianluigi ma è dalle elementari che tutti mi chiamano Gianni”) è sinonimo di un nuovo inizio: lunedì scorso il collegio dell’apposita sezione del tribunale, presieduto dal giudice Mariapia Parisi, ha infatti depositato il decreto con cui si dichiara l’intervenuta esecuzione del concordato preventivo in continuità che la società aveva proposto nel 2017 in ragione di una pesante crisi finanziaria. E che il tribunale aveva omologato il 13 luglio 2018. Ciò significa che dopo quattro anni, la società è tornata in uno stato di normale operatività e nella piena gestione delle sue risorse.

Amministratore Bambini, quale è stato il momento più difficile di questi anni?

“Penso che la mente umana di bello abbia che tende a cancellare tutti gli episodi spiacevoli… Ricordo bene la sensazione che provai prima di entrare in concordato in maniera inaspettata, per quanto mi riguardava. E quella successiva di trovarsi in un momento completamente nuovo, giorno dopo giorno, da cui venire fuori con l’aiuto dei familiari, dei dipendenti, dei collaboratori esterni e di tante altre persone. Questa esperienza non la auguro a nessuno: ho imparato tante cose in questo periodo. Tipo andare al bancomat e trovare la scritta ’esaurito’ perché con la procedura concordataria, i conti ti vengono chiusi. Sa che mi hanno detto? Che il 70% di chi entra in concordato, non ce la fa”.

E lei ha mai avuto paura di non farcela?

“Ho avuto tanta gente vicino a me che ha sempre lavorato a testa bassa e che ci ha creduto. E poi anche le navi hanno sempre lavorato: forza lavoro e incassi insomma. E alla fine è arrivato il decreto del tribunale“.

Come lo ha vissuto?

“È stato il momento più bello di questi anni, un po’ come quando ci si diploma o ci si laurea. Il decreto di esecuzione che abbiamo ricevuto lunedì, è un attestato di apprezzamento per tutti coloro che ci hanno creduto”.

Anche i creditori?

“Loro sono stati dei santi ad aspettare quattro anni i loro soldini, per tradurla nel linguaggio dei bambini intesi come creature…. Anzi, guardi che bella nella foto (l’immagine in alto, ndr) la piccola nipotina arrivata da poco”.

Quali ripercussioni aziendali avete avuto con il covid?

“Sa, credo occorra stemperare l’argomento un pochino: e le dico che il covid ha regalato ai ragazzi dell’ufficio, che sono una ventina, ben nove creature… Vuol dire che la nostra è un’azienda energica”.

Quanti dipendenti ha oggi la società?

“Duecentoquaranta tra italiani e stranieri. Rispetto al passato, siamo diminuiti di una trentina di unità: ma in linea con un trend iniziato nel 2015 con la dismissione di alcune unità. Oggi ci sono tante figure nuove. Certo, sono cambiate tante persone, in molti si sono dileguati davanti al concordato: accade sempre quando c’è una tempesta in corso. Alcuni non ci hanno creduto, una libera scelta”.

Gli effetti?

“Era un’azienda totalmente maschile: ora in prima fila si notano solo donne. Un forte rinnovamento umano insomma senza trascurare chi da più di venti anni lavora qui”.

Parliamo di navi.

“Le nostre solo di bandiera italiana, navigano sia in Italia che all’estero (da cui deriva il 60% del fatturato, ndr). Il Tricolore lo abbiamo issato su tutti gli alberi e lo mostriamo con fierezza e orgoglio: e i clienti stranieri apprezzano, ci vogliono bene”.

Durante il concordato, gli altri imprenditori ravennati quale atteggiamento hanno avuto nei suoi confronti? Si sono defilati o le hanno manifestato vicinanza?

“Con loro è continuato il confronto. Poi quando è arrivata la pandemia, ci siamo un po’ tutti congelati. Ma non ho mai avuto la sensazione di essere un appestato. Cioè nessun atto ostile: c’è anzi stata a livello cittadino, regionale e nazionale una presa di posizione direi costruttiva. E comunque il mio unico obbiettivo, era quello di dare uno stipendio tutti i mesi ai nostri ragazzi: e ci siamo riusciti. Vede qui il nostro motto?”.

Quale?

“’Sempre avanti’. Ma non è stato sempre così: lo abbiamo adottato da quando siamo andati in concordato: ’sempre avanti’. Ricordo bene quando quattro anni fa chiesi ai miei un sorriso”.

Cosa è cambiato da allora nella sua società?

“Che oggi ci sono più controlli: abbiamo un collegio sindacale composto da tre commercialisti esterni che non si conoscono, una società di revisione esterna e un organo di vigilanza per la 231 (la legge sulla responsabilità amministrativa delle imprese, ndr). Prima c’era solo un collegio sindacale più ristretto. Tutto questo ha dato serenità sia all’interno dell’azienda che fuori: e i risultati si sono visti”.

Andrea Colombari

https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/creditori-pagati-la-bambini-volta-pagina-1.6626897

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