Una lettera di sofferenza di chi è in cerca continua di lavoro, che nonostante una ripresa evidente secondo i media, per tanti marittimi tornare a lavorare diventa sempre piu’ difficile…….
Ho 55 anni, sono nato e cresciuto in una città di mare Torre del Greco e forse come sono nato il mio destino era già segnato. Pur avendo una età abbastanza alta non oso ancora definirmi un ex lavoratore, ma un precario a vita con un lavoro sempre saltuario e non sempre per colpa mia.
Eppure, posso dire con orgoglio, nella mia continua ricerca di lavoro o di imbarco non mi sono mai fermato, ho inviato curriculum a quasi tutte le società di navigazione, ho dato i miei dati alle cosi dette persone giuste, quelli che conoscono, che promettono ma difficilmente fanno un qualcosa.
Adesso è di moda sostenere anche colloqui di lavoro, “vogliono vederti da vicino” come ti presenti, e se hai tatuaggi sul corpo sei già bollato, orecchini neanche a parlarne, ma l’ultima moda che i vari intervistatori vogliono sapere se sei stato imbarcato con società non gradite o contrarie al proprio armatore.
Si sembra assurdo ma succede anche questo, poi se si ha la fortuna di sostenere un colloquio trovi a volte intervistatori maleducati e presuntuosi che fanno anche domande inopportune o troppo personali, che non riguardano il lavoro, che il candidato dovrebbe svolgere.
Ovviamente , nel mio ultimo colloqui avuto con una grossa società di traghetti. Mi è stato detto che per il tipo di lavoro che dovevo fare era troppo vecchio, ma a un mio amico che si è presentato nello stesso giorno hanno detto che era troppo giovane. Poi, parlando tra di noi, abbiamo scoperto che tutti e due eravamo stati catalogati di provenienza società non gradite dal loro armatore.
Ecco questi siamo noi marittimi, lavoratori che vengono continuamente umiliati, non difesi da nessuno e si ha la fortuna di fare qualche imbarco siamo pure mal pagati per il lavoro che svolgiamo.
L.F.



