“Il Tribunale di Milano presieduto da Alida Paluchowski con un decreto pubblicato ieri ha dichiarato Moby Spa e Tirrenia Vin ammesse alla procedura concordataria proposta dall’impresa”. Lo si legge nelle note delle compagnie in merito all’istanza presentata al tribunale. “Moby Spa e Tirrenia , dopo aver superato il periodo di emergenza Covid grazie ad un focus sui ricavi e sulla marginalità proseguirà in continuità il suo piano industriale e commerciale che sta già ottenenendo un grande riconoscimento dal mercato in questo avvio di stagione turistica che conferma per le compagnie numeri in crescita”.
In base alle notizie lette sui media la Tirrenia in AS, la società sotto il controllo del Ministero dello Sviluppo Economico dovrà accontentarsi di incassare in soli quattro anni 36 dei 180 milioni di euro a lei dovuti, per i quali ha recentemente ha anche avviato una causa contro il gruppo Onorato . Tirrenia di Navigazione in AS, come altre società prive di garanzie sul credito – alle quali Moby e Cin chiedono di accettare riduzioni fino al 91% di quanto loro diritto – e quindi dovranno attendere il 13 dicembre di quest’anno per dare il loro assenso . Come si vede sono tempi abbastanza lunghi ma servono far sì che entrambe le società possano vivere senza problemi la lunga scia di una stagione che il gruppo Onorato ha già indicato “con numeri in crescita” per entrambe le società..
Tuttavia, il periodo previsto inizia con i due decreti del Tribunale di Milano di quattro anni durante i quali Moby e Cin saranno sotto il controllo di tre commissari giudiziari ciascuno – Pietro Canevelli, Tiziana Gibillini e Maurizio Orlando per Moby spa; Maddalena Dal Moro, Marco Angelo Russo e Giorgio Zanetti per Cin – a garanzia del rispetto di quanto previsto dai due piani per il soddisfacimento dei creditori. Per Moby spa è prevista una continuità di servizio da abbinare alla vendita di cinque navi – Moby Aki, Moby Wonder, Giuseppe Savarese e Pietro Manunta – per un incasso stimato di circa 94 milioni di euro, attraverso l’arrivo di due navi “cinesi” di maggiore capacità. Già quest’anno sono attesi 50 milioni dalla cessione del “ramo Rimorchiatore” come altri immobili tra cui l’ ex abitazione di Vincenzo Onorato trasferita alla società per farne la sede aziendale prima dell’inizio dell’accordo in bianco.
Per , l’ex Tirrenia il cui attuale management dovrà assicurare 159 milioni di euro dal piano di biglietteria e altri servizi di continuità operativa, fino al 2025, seppur con 5navi in meno da immettere sul mercato per una necessaria raccolta di 100,6 milioni. Un’operazione complessa considerando anche l’aumento dei costi previsto dallo stesso piano transattivo, dove per agevolare il superamento di quelli che i giudici hanno definito “rapporti magmatici” con Moby spa – proprietaria di Cin 100% e suo debitore – l’ex Tirrenia deve creare una propria struttura manageriale assumendo “47 unità amministrative e 14 dirigenti per una spesa di 4,4 milioni di euro”.



