“Non siete soli, non siete dimenticati”: è il titolo del messaggio che la Conferenza episcopale spagnola (Cee) invia agli uomini e alle donne che vivono e lavorano in mare, in vista della Giornata a loro dedicata che ricorrerà il 16 luglio.
La data prescelta non è casuale: coincide, infatti, con la Festa della Madonna del Carmelo, Patrona del popolo del mare.
Nel loro messaggio, i presuli guardano all’anno passato, segnato non solo dalla pandemia da Covid-19, ma anche dal 100.mo anniversario dell’Apostolato del Mare, detto “Stella Maris”: 12 mesi che per i marittimi hanno significato non solo molti rischi per la salute e l’incolumità fisica, ma anche un’occasione di riflessione, apprezzamento ed incoraggiamento per il loro operato, essenziale per l’economia, il sostentamento della società e la tutela ambientale.
“La Chiesa è nata tra la gente di mare e nel corso dei secoli è stata maestra nell’accompagnare i suoi problemi e la sua vita – si legge nel messaggio della Cee – I cento anni di ‘Stella Maris’ sono pieni di momenti in cui i testimoni della fede cristiana hanno illuminato l’esistenza dei marittimi e, insieme a loro, hanno affrontato le più terribili ingiustizie che gettano un’ombra sul lavoro in mare”. Il riferimento dei presuli è alla tratta di esseri umani, al lavoro forzato e alla violazione di diritti umani e del lavoro che si riscontrano in questo ambito.
Ricordando poi che l’Apostolato del Mare è affidato al Dicastero della Santa Sede per il Servizio dello sviluppo umano integrale, guidato dal Cardinale Peter Turkson, i presuli riprendono l’invito del porporato, lanciato in diverse occasioni, ad “alzare la voce per chiedere che le organizzazioni internazionali e i governi raddoppino i loro sforzi per far rispettare la legislazione vigente, migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei pescatori e delle loro famiglie e intensificare la lotta contro il lavoro forzato e il traffico di esseri umani”. Uno sforzo che “Papa Francesco e la Santa Sede portano avanti con profondità e lungimiranza”, scrivono i vescovi iberici, esprimendo la loro gratitudine: “Il Santo Padre è vicino alla gente di mare – spiegano – perché il mondo marittimo è una delle periferie in cui la Chiesa è presente ed opera”.
L’Apostolato del Mare, infatti, è presente “nelle parrocchie marinare e nei porti di mare, dove si prende cura dei marittimi e delle loro famiglie, visitando le navi che attraccano e il cui personale, spesso, parla una lingua straniera ed ha necessità urgenti, nonché bisogno di amicizia e socialità”. “Stella Maris – prosegue il messaggio – vuole la presenza della Chiesa in ogni porto, in ogni villaggio marinaro, in ogni parrocchia vicina al mare perché la luce della fede è il modo migliore per lottare in nome della dignità dei nostri marittimi”. A tutti loro, dunque, i vescovi iberici ribadiscono: “Non siete soli, non siete dimenticati. L’Apostolato del Mare è con voi, formiamo un’unica grande famiglia e vogliamo che continuiate a sentire il cuore e l’impegno della Chiesa al vostro fianco”.
“Continueremo a remare insieme, solcando le vie della dignità e della giustizia, della libertà e della solidarietà – affermano ancora i presuli spagnoli – perché a guidarci è il Vangelo di Gesù Cristo”. Affidando, poi, tutti i marittimi alla Vergine del Carmelo che “vuole vederci come una famiglia che riconosce la sua forza nel restare unita”, la Cee rivolge un pensiero orante a “tutti coloro che sono morti in mare”. Il messaggio dei vescovi è a firma di Monsignor Luis Quinteiro Fiuza, vescovo di Tui-Vigo e responsabile di “Stella Maris” in Spagna.
Vatican News Service – IP