Pubblichamo da Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste
“Questa mattina nel porto di Trieste c’è stato l’ennesimo incidente sul lavoro. Un marinaio è rimasto ferito nell’urto con un mezzo operativo in movimento su un traghetto.
Al marinaio ferito auguriamo una pronta e completa guarigione. Ma poteva finire molto peggio, si è andati infatti a un passo da un nuovo morto. Eppure nella conferenza stampa del 30 aprile avevamo denunciato anche la non applicazione dell’ordinanza emessa da AdSPMAO dopo la morte nel settembre del 2019 del guardiafuochi Roberto Bassin.
L’ordinanza prevede l’introduzione per le operazioni sui traghetti della figura del segnalatore, con il compito specifico di vigilare per evitare che altri lavoratori vengano travolti dai mezzi. Se tale figura ci fosse stata anche prima Roberto Bassin sarebbe ancora vivo.
Ma passata la buriana per la morte di Bassin, tutto è tornato come prima.
Perché le aziende (che, ricordiamo, si sono ingrassate anche in tempo di COVID19) non vogliono spendere 200€ per la sicurezza e perché chi dovrebbe imporre loro il rispetto delle norme non lo ha ancora fatto.
Nel frattempo le conseguenze le pagano i lavoratori e le loro famiglie. Finché le cose stanno così i lavoratori non hanno che un modo per tutelarsi: fermare le operazioni sui traghetti nel caso non sia presente un segnalatore che svolga esclusivamente ed unicamente quella mansione.
Avvisando gli RLSS e chiamando il personale della Capitaneria, gli ispettori dell’Autorità portuale e quelli dell’Azienda sanitaria perché verifichino la situazione e prendano le misure che devono. LA VITA DEI LAVORATORI NON PUÒ ESSERE MESSA IN PERICOLO PERCHÈ LE AZIENDE NON VOGLIONO SPENDERE 200€ IN PIÙ”.