Marittimi, IMO: “Vaccinateli equamente”

Il segretario Kitack Lim torna a esortare gli Stati membri a riconoscerli come lavoratori chiave. Ad oggi solo un terzo di essi l’ha fatto

Il segretario generale dell’International Maritime Organization, Kitack Lim, è tornato ad invitare gli Stati membri a sostenere un’equa distribuzione globale  dei vaccini COVID-19 per  garantire anche ai una copertura adeguata, oltre a continuare a lavorare all’emergenza cambio degli equipaggi, con centinaia di lavoratori che vivono condizioni molto difficili.

Lim ha ribadito la richiesta del legislatore ONU di designare i marittimi e il personale marittimo come “lavoratori chiave”, così da accelerare la somministrazione del vaccino e il cambio degli equipaggi, sottolineando come molti Paesi dipendano dalla somministrazione del Covax. Ad oggi un terzo dei Paesi membri dell’IMO, 58 su 174, li hanno designati come tali. «Per garantire l’accesso ai vaccini di quei paesi, invito tutti gli Stati membri dell’IMO a lavorare insieme per un’equa distribuzione globale. Nessun marittimo dovrebbe essere lasciato indietro o costretto a rinunciare alla propria carriera a causa delle risorse limitate nel proprio paese d’origine», ha detto Lim.

Resta sempre presente l’emergenza del cambio di equipaggio, con un sacco di lavoratori del mare bloccati. Nei primi tre mesi di quest’anno il numero stimato di marittimi in tutto il mondo in attesa di essere sostituiti dal collega o di unirsi alla nave sono stati 400 mila. A maggio si sono dimezzati. Una cifra «inaccettabile» per Lim, che li spinge ad affrontare sfide «enormi  riguardanti il rimpatrio, il viaggio per raggiungere la nave, l’accesso adeguato alle cure mediche e il congedo a terra. Nonostante queste sfide, i marittimi a bordo delle navi hanno continuato a lavorare, fornendo un servizio essenziale per la popolazione globale».

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«La salute dei marittimi di tutto il mondo e la sicurezza dei loro luoghi di lavoro – conclude Lim – deve rimanere una delle nostre priorità principali e può essere garantita solo se l’industria dello shipping e gli Stati membri continuano a fornire tutte le misure necessarie come test, DPI appropriati e l’accesso a cure mediche».

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