MARITTIMI: UN SETTORE DA RIFORMARE!

Intervista a Paolo Fantappié Segretario Nazionale Uiltrasporti
a cura di Francesca Poli

Segretario, parliamo di formazione dei marittimi, come si svolge?

Ti rispondo dicendoti, innanzitutto, come si dovrebbe svolgere: la formazione per il personale marittimo dovrebbe essere a titolo gratuito ed erogata da strutture pubbliche. Questo perché le normative ed i loro aggiornamenti provengono da strutture pubbliche istituzionalizzate, a livello nazionale europeo ed internazionale come ad esempio
L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), un’Agenzia delle Nazioni Unite e ciò garantirebbe sicuramente l’imparzialità, la qualità e l’effcacia della formazione impartita.
Invece ad oggi la formazione è gestita e fornita da centri specializzati di proprietà degli armatori con una fisionomia essenzialmente privatistica sebbene riconosciuta in ambito marittimo. In questo modo si crea
inevitabilmente un confitto di competenze poiché spesso il marittimo che riceve la formazione è anche un dipendente lavorativo di colui che della formazione ne è “detentore”.

Con la pandemia questo problema si è accentuato?

Assolutamente sì! Per molteplici motivi: prima di tutto in epoca di pandemia dove vigono restrizioni in merito agli spostamenti intra e infra regionali i lavoratori del settore marittimo sono costretti a spostarsi per partecipare ai corsi in presenza. Avevamo chiesto al Comando Generale delle Capitanerie di Porto di prorogare le certificazioni di competenza in scadenza o da aggiornare ma la risposta è stata negativa adducendo che
i marittimi sono lavoratori chiave i quali non possono beneficiare di proroghe vista l’importanza del lavoro che svolgono. Ora devi sapere che la maggior parte dei centri di formazione sono concentrati in alcune regioni d’Italia e per questo avevamo chiesto anche di erogare la formazione, in luogo della proroga, in modalità telematica ma pure per questa ipotesi ci è estato risposto negativamente.
Tutto ciò induce a pensare che ancora una volta prevalga il profitto sulla prevenzione della salute e della sicurezza del lavoro dal momento che con queste modalità, ovvero la formazione in presenza, gli stessi marittimi vengono esposti a rischi che in questo periodo storico, in particolare, potrebbero essere evitabili con qualche precauzione ed un po’ di buona volontà – che di fatto non c’è. Evidentemente è più importante produrre introiti da destinare alle “casse” dei centri di formazione che tutelare questi lavoratori. E questo per noi è inaccettabile!

Come Uiltrasporti, oltre all’azione di denuncia che stiamo promuovendo, che cosa chiediamo?

Abbiamo chiesto di aprire un tavolo di confronto in sede istituzionale con i principali attori coinvolti per avviare una vera e concreta riforma del settore che deve essere complessiva e si deve articolare dalla fase del collocamento a quella della formazione che, come detto, deve essere erogata a titolo gratuito a tutti i marittimi e gestita da strutture pubbliche.
In questo modo si potrà garantire finalmente che la formazione venga slegata dalla gestione del controllore che coincide con il controllato e sia pienamente professionalizzata, imparziale e funzionale alle attività che
dovranno essere svolte. ◆